Il campionato Var bene

Il Messaggero (R.Avantaggiato) – Il dibattito si è acceso in un attimo. Nella tarda serata di domenica, una ventina di minuti dopo il fischio finale di Atalanta-Juventus. «La Var stravolge il calcio», ha tuonato Allegri, tecnico della Juventus che aveva appena dovuto digerire un pareggio a Bergamo dopo una decisione del Var. E il dibattito è proseguito anche ieri, accompagnato dalle polemiche e dalle critiche nei confronti della Video assistant Referee, epocale innovazione che il nostro calcio sta portando avanti con determinazione e un pizzico di coraggio. Critiche che però non si specchiano nel positivo bilancio che, dopo sette giornate, la moviola in campo (termine improprio secondo alcuni) ha fatto registrare, sia pure con le fisiologiche sbavature. E che ha determinato l’attuale classifica della serie A l’idea di un campionato più regolare del solito. «Con la Var si rischiano gare lunghe? Chiacchiere», ha detto il presidente della Figc, Carlo Tavecchio. «In futuro andremo sempre meglio, ma si sta facendo giustizia», ha aggiunto il numero uno dell’Aia, Marcello Nicchi.

LA CULTURA – A considerare negativo l’uso della Var sono coloro (Allegri docet) che hanno visto trasformate decisioni arbitrali favorevoli (ma sbagliate) in decisioni contrarie. Un modo di pensare e agire tipico del nostro calcio, al quale oggi viene offerta un’occasione di crescita culturale per allontanare sospetti e pregiudizi, ma che da alcune parti si stenta a raccogliere. Gli atteggiamenti dei calciatori bianconeri domenica sera (ma anche altri in precedenza) ne sono lo specchio: proteste, smorfie e lamentele quando Damato, dopo aver rivisto le immagini al video, ha annullato il gol di Mandzukic; applausi e perfino pacche sulle spalle allo stesso Damato quando ha invece confermato (riguardando anche qui il video) il rigore assegnato qualche attimo prima alla Juventus. Certo, la macchina per l’uso della Var non è perfetta, nessuno può negarlo. Ma siamo in fase sperimentale, è bene ricordarlo; e soltanto a marzo 2018 l’International Board deciderà (ma il sì sembra scontato) se dare il via libera anche al prossimo mondiale in Russia. Da perfezionare ci sono soprattutto i rapporti (e non solo la comunicazione) tra il Var e l’arbitro che sta in campo. Perché alcuni direttori di gara non sempre danno l’idea di accettare serenamente gli input dei colleghi. Eppure, con l’aiuto del Var (intervenuto finora 32 volte) c’è stata anche una crescita degli stessi fischietti in mezzo al campo. I quali, forse sentendosi sulle spalle un paracadute, osano di più nel prendere le decisioni, come dimostrano i tre rigori di sabato a favore dell’Udinese, nessuno dei quali “contestato” dal Var. E allora, che senso ha lavorare alla cancellazione del Var, visto che, come ha detto lo stesso presidente del Coni, Giovanni Malagò. «Non si può e non si deve tornare indietro: è uno strumento fantastico».

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