Igor Zaniolo: “Domani seguirò la partita da casa, al Picco sensazioni troppo intense”

Il Secolo XIX (P. Ardito) – Come on, Igor, come on Igor”. Cantava a squarciagola la curva Ferrovia verso la fine dello scorso millennio. Erano i favolosi anni di Andrea Mandorlini e i suoi invincibili. Lo stadio Picco sempre pieno e traboccante di passione. Igor Zaniolo era uno dei beniamini, perché nelle sue lotte con i difensori avversari incarnava lo spirito guerriero del Picco.

Altri tempi. “Sicuramente più genuini”, aggiunge lui. Oggi cè un’altra generazione in campo. E c’è Nicolò Zaniolo, spezzino doc e talento puro, che domani con la sua Roma affronterà proprio quello Spezia che fu del papà.

Nessun consiglio, non ne ha bisogno – dice Igor – mi sono solo raccomandato di non mancare di rispetto, ma l’ho fatto per un di più, perché lui alla Spezia è sempre legato e ha ancora tutti gli amici dinfanzia. È la sua città natale, quella dove è cresciuto. Nicolò non trascorre mai le vacanze a Dubai, preferisce restare in città con gli amici di piazzetta. Il suo buen retiro è qua, mai altrove“.

Igor, che partita sarà domani contro la Roma?

Molto difficile per entrambe le squadre, perché hanno bisogno di punti.

Spezia e Roma un po in affanno, non crede?

Se devo essere sincero, lo Spezia lo seguo sempre e devo dire che non mi è piaciuto soltanto nell’ultima partita contro il Bologna. Ha la carica agonistica giusta della squadra che deve salvarsi. Pecca un po in costruzione, ma con Kiwior davanti alla difesa concede molto meno agli avversari. Credo comunque che Venezia, Genoa e Salernitana siano le candidate alla retrocessione.

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Sicuramente sarà sulle tribune del Picco?

No, domani resto a casa. Non me la sento. Provo una sensazione strana a vedere mio figlio giocare nello stesso stadio che è stato il mio.

Che ricordi al Picco…

I più esaltanti della carriera. Quattro anni fantastici: dalla finale di Arezzo, al gol sotto la curva contro il Pisa per arrivare ai due anni con Mandorlini. Da pelle doca. Ricordo il Picco sempre pieno, le gente che ti fermava per la strada.

L’unico rammarico è che Nicolò abbia vestito un solo anno, da bambino, la maglia dello Spezia.

Quando lasciammo la Fiorentina aveva 17 anni e lo proponemmo proprio allo Spezia, ma i dirigenti dissero che erano già al completo e così arrivò l’Entella e poi l’Inter.

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