Icardi, una notte da cobra: «Molli nel primo tempo, decisivo il pressing»

La Gazzetta dello Sport (L.Taidelli) – Il cobra rimane nella cesta per 43’, poi dà una sbirciatina ma Alisson c’è. Di nuovo in un suo mondo per metà del secondo tempo, Mauro Icardi però azzanna la Roma con un finale di partita surreale.Un morso a pareggiare il maestro Dzeko, un altro ad ammutolire l’Olimpico così irriconoscente con Spalletti, un terzo sfiorato con un ciclonico contropiede e un assist geniale non agganciato da Perisic. A dimostrazione che il cobra potrà presto fare la differenza anche fuori dal proprio giardino di casa. Perché dell’area di rigore Maurito conosce ogni zolla,sa come attaccare gli spazi, trovare il tempo per la stoccata. Ma soprattutto sa sempre e comunque come trovare la porta e restare freddissimo, alla faccia dei suoi 24 anni. Pure Spalletti lo esalta: «Lui e Dzeko sono i due attaccanti più forti del campionato».

PIÙ SQUADRA Capocannoniere a quota 4 con la seconda doppietta di fila (non gli succedeva dall’aprile 2014, malgrado sia alla diciassettesima gara con marcatura multipla nelle 127 giocate con la maglia dell’Inter), Maurito ha anche sfatato il tabù Olimpico. Nello stadio che il 26 settembre 2012 ne aveva battezzato l’esordio in A con la Samp, Maurito infatti non aveva mai segnato nelle 7 gare precedenti, Lazio compresa. E nell’ultima,sempre contro la Roma segnò di fatto un’autorete decisiva deviando un colpo di testa di Manolas. Ieri invece anche il guerriero greco si è dovuto arrendere all’iradiddio di Rosario. Per non parlare di Fazio. «Non sono un eroe – spiega Maurito a fine gara -, abbiamo fatto tutti assieme un grande secondo tempo. Dopo un ottimo precampionato, siamo riusciti a prendere 6 punti malgrado un calendario difficile. Ora siamo pronti per affrontare tutti e l’abbiamo dimostrato. Facciamo quello che ci chiede il mister, nel primo tempo eravamo un po’ molli ma poi siamo riusciti a pressarli alti ed è arrivato il risultato. Abbiamo degli ottimi giocatori, cerchiamo di diventare sempre più squadra. Quello che ci è mancato l’anno scorso. La società sta lavorando per migliorare ancora la rosa, ma siamo già consapevoli del nostro valore. Vincere partite così comunque è un ottimo segnale: ora pensiamo alla Spal, anche se prima c’è la sosta».

STOP – Una sosta perle nazionali che per la prima volta lo vedrà lontano dalla Pinetina per rispondere alla convocazione dell’Argentina. Quando Sampaoli, nel giugno scorso, lo chiamò, il campionato era già finito e Maurito pur di non mancare minimizzò un infortunio muscolare che lo ha costretto a un’estate lontano dal gruppo. Al di là dei meriti personali e di quelli del tecnico,saggio lo staff medico a frenarlo, bravo quello atletico a farlo lavorare sulla forza e a cercare di riequilibrarne la muscolatura. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Complici il lavoro dei compagni ma soprattutto gli strappi di Perisic, il cobra Icardi è salito a 75 morsi in 127 gare di campionato nella cesta nerazzurra. Spalletti ora ha un vero 9. E la coppia minaccia di fare sfracelli.

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