I meriti straordinari di Allegri. Per Sarri pesa l’inesperienza

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Il Tempo (G.Giubilo) – Non ha ancora scritto la parola fine, la storia del duello per lo scudetto, ma è cambiata la gerarchia dei ruoli. Forse il Napoli non era adeguatamente attrezzato per sopportare la pressione di un primato che quasi tutti, tifo azzurro escluso, ritenevano provvisorio. Anche se risolta da un episodio anomalo, come il gol sporco di Zaza, la sfida dello Stadium ha ribadito che cosa testimonia la striscia juventina, ora giunta a quota quindici.

Nello scontro diretto è emerso il gap di personalità tra l’occasionale capolista e l’inseguitrice più pronta al sorpasso. Max Allegri era partito male, ma doveva sostituire tre pezzi da novanta come Pirlo, Vidal e Tevez. Inserire i nuovi e i giovani innesti non era impresa facile. La risalita si è sviluppata a ritmi pazzeschi, straordinario il tecnico livornese, che ha infilato la quindicesima perla rimediando anche all’emergenza imposta dagli infortuni. Adesso il quinto scudetto in fila, quello che manca dagli anni ’30, non è più un sogno.

Al Napoli non basterà giocare un buon calcio offensivo per invertire la nuova tendenza. Il sorpasso è stato completato senza frenesie, ma con un’attenzione spesso molto vicina al cinismo che sta contrassegnando il cammino dei campioni. Riprenderanno, in date diverse, i bianconeri in trasferta a Bologna e il Napoli al San Paolo, alle prese con le velleità di un Milan in piena euforia.

Questo indirizza il pronostico per il traguardo finale verso i campioni in carica. Soprattutto per la praticità dimostrata, a conferma di una solidità mentale che l’allenatore sa trasmettere a tutti i suoi allievi. Firma capolavori, Max. Per il bene del nostro calcio, è auspicabile che le sirene da Stamford Bridge non diventino irresistibili.

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