Il Messaggero (S. Carina)“Notte di sogni, di coppe e di campioni” per tutti. Non per José. Che a Siviglia-Roma ha iniziato a pensare già prima di Firenze. Figuriamoci dopo. Anzi sabato sera, al fischio finale di Ayroldi, raccontano come nei corridoi che portavano agli spogliatoi, Mou abbia urlato: “Vi aspetto sul pullman, non parla nessuno”.

Ipse dixit. Il re di coppe ha deciso. E tutti si adeguano. Qualche dubbio sulla formazione invece se lo porta dietro. Se di Dybala si parla nella pagina a fianco, lo Special ha dimostrato in questo ultimo anno di essere molto attento ai momenti di forma dei suoi calciatori. E mercoledì non si può permettere di aspettare nessuno.

Dentro o fuori, all-in, chiamatelo come preferite, ma in una finale non si scherza. E quindi anche chi era certo di giocare (leggi Ibañez) ora, dopo gli errori a catena delle ultime tre gare (InterSalernitana Firenze), è tornato in bilico. Llorente è pronto: ha smaltito a tempo di record la lesione al bicipite femorale della coscia e ha già messo nelle gambe una partita e mezza.

Tra l’altro la sua capacità di palleggio potrebbe aiutare la squadra ad eludere il probabile pressing del Siviglia. Non sarebbe una novità: anche nel ritorno contro il Feyenoord, quando tutti pensavano che alla fine la spuntasse il brasiliano, Mou tirò fuori dal cilindro l’ex Leeds. Della serie: ballottaggio aperto.

Lo stesso che, qualora Dybala dovesse partire dalla panchina, esiste tra Bove Wijnaldum. Nonostante la buona prova di Firenze, l’impiego per 90 minuti e il digiuno che in campionato ha ormai superato i 1000 minuti, lasciano presumere che Belotti possa partire in panchina. E se Dybala inizierà fuori, l’idea di avanzare Pellegrini è quanto mai attuale. Resterebbe così un posto in mediana da giocarsi tra il giovane romano e l’olandese.

Ad oggi non c’è partita: Edoardo ha un altro passo, un altro dinamismo, un’altra incisività che Gini fatica a recuperare. Firenze è stata esemplificativa: gli errori a campo aperto dall’olandese nel primo e nel secondo tempo e soprattutto il ritmo con il quale ha giocato, ha regalato la fotografia di un calciatore ancora in ritardo di condizione. E poi, con il recupero di Celik, certo di una maglia a Budapest, ne rimane un’altra sulla fascia opposta.