La Repubblica – La finanza fa tremare il calcio

È cominciato tutto da un acquisto a sorpresa, quello del giovane Cristian Gabriel Chavez, arrivato al Napoli nell’agosto 2011 dalla serie B argentina con l’unica referenza di «amico di Lavezzi», con il quale condivide uno dei procuratori. Ma se il Pocho ha lasciato l’Italia dopo cinque anni per trasferirsi a Parigi, Chavez è stato rispedito in patria dopo una sola stagione, qualche scampolo di presenza e un unico lampo, il (fortunoso) tunnel a Lucio nei minuti finali di Inter-Napoli 0-3 dello scorso campionato. Quella operazione però ha insospettito la Procura che ha deciso di approfondirne i dettagli per capire se l’acquisto sia stato utilizzato per mascherare accordi o passaggi di denaro in violazione delle norme e per avviare una verifica a 360 gradi.

Così i magistrati hanno incaricato il nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di acquisire presso la sede del Napoli a Castel Volturno e negli uffici della Federcalcio la documentazione contabile e amministrativa relativa a quattro anni di contratti dei calciatori (tutti, non solo quelli di Lavezzi e Chavez, dunque) dal 2008/2009 fino all’ultima sessione di mercato, terminata il 31 agosto scorso: compravendite, stipendi, indennità per i calciatori e per i loro agenti, accordi e pagamenti estero su estero, stipendi, premi e fatture. Gli atti sono stati chiesti sia al Napoli sia alla Figc allo scopo di verificare innanzitutto la corrispondenza tra la documentazione custodita in sede e quella archiviata in Federazione.

È sulle operazioni dell’intero calcio italiano che ora si potrebbe concentrare l’attenzione dei finanzieri. Capitoli investigativi analoghi a quello entrato nel vivo ieri mattina a Napoli sono stati aperti anche da altri uffici giudiziari, come la Procura di Piacenza. E anche in Argentina gli investigatori locali hanno cominciato a frugare nei complessi intrecci legati ad acquisti e cessioni di calciatori e all’attività di mediatori attivissimi sul mercato internazionale. Italia compresa.

L’inchiesta napoletana è ancora in una fase conoscitiva, non ci sono indagati, come ricorda in una nota anche il club presieduto da Aurelio De Laurentiis, peraltro una delle poche società europee ad aver applicato da anni una politica di rigore nelle spese, con un saldo attivo di 6 milioni e mezzo nell’ultimo mercato. «Seguendo una linea di continuità comportamentale adottata dal primo giorno della sua costituzione, il Napoli è al fianco della magistratura in ogni attività volta all’accertamento della verità», ribadiscono da Castel Volturno (…). L’indagine è all’attenzione del pool della Procura sui reati collegati a manifestazioni sportive, coordinato dal procuratore aggiunto Giovanni Melillo con i pm Antonello Ardituro, Stefano Capuano, Danilo De Simone e Vincenzo Ranieri, lo stesso gruppo di magistrati che mantiene un’attenzione altissima sulle vicende che ruotano attorno al Napoli e si è occupato, ad esempio, del caso scommesse dove è indagato l’ex terzo portiere Matteo Gianello, e delle indagini sull’ala violenta della tifoseria.
La Repubblica – D. Del Porto

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