Grossi: “Strootman ci chiedeva di entrare in maniera dura su di lui. È un grande professionista”

Insieme a Darcy Norman, anche il calciatore della Roma Primavera Lorenzo Grossi ha rilasciato alcune dichiarazioni su Kevin Strootman e sul suo recupero dall’infortunio. Ecco le sue parole al sito ufficiale:

Nella partita che Strootman ha giocato con noi a febbraio contro l’Avellino, io non sono sceso in campo. Ma in allenamento mi ha colpito molto il suo atteggiamento. Quando capitava di andare a fare un contrasto, noi della Primavera non andavamo forte per paura di fargli male. Lui ci guardava e ci diceva: “Devi entrare forte, duro”. Un grande professionista. Ho avuto modo anche di scambiare due parole con lui, alla mia seconda convocazione in Serie A in occasione nella vittoria per 3-1 in casa del Sassuolo. Già tornare al Mapei Stadium dove pochi mesi prima avevo vinto una finale Scudetto con la Primavera era da brividi. Per me era un sogno essere con la Prima Squadra, anche rimanendo solo in panchina: un desiderio che ho avuto sin da bambino. Al ritorno mi è capitato il posto sull’aereo vicino a Strootman. È una persona fantastica, umile e disponibile ad aiutare noi giovani, poi vederlo segnare al Derby e portare in vantaggio la Roma è stato un momento fantastico. Con Mario Rui ho avuto modo di parlare prima della partita del campionato Primavera nel suo rientro. Abbiamo giocato in casa contro il Bologna e facevamo entrambi parte della linea difensiva. Anche lui è una persona umile e tranquilla. In allenamento scherzava molto con noi“.

Queste le parole di Grossi sullo scudetto Primavera: “La mattina della finale, tra le varie cose che dissi a mio padre al telefono ci fu questa: ‘Papà mi sento che la partita finirà 1-1, poi andremo ai rigori e io tirerò il terzo’. Per tutto il resto della giornata non pensai più a quelle parole: ero concentrato solo sulla partita. Siamo arrivati ai supplementari sul risultato di 1-1 e io ero in panchina. A tre minuti dal fischio finale, il mister mi chiamò e mi disse che dovevo entrare subito. Mi sono ritrovato velocemente a bordo campo per la sostituzione. Ho giocato solo un solo minuto e appena finita la partita, l’allenatore è venuto da me dicendomi che dovevo continuare il riscaldamento perché mi voleva caldo e pronto per i rigori. In quel frangente ho ripensato alle parole dette a mio padre e ho chiesto di poter battere per terzo. Per un attimo ho avuto i brividi perché si poteva avverare tutto quello che mi ero sentito la mattina: mi sembrava di vivere un film già visto! Quando tornai nella cerchia e ci comunicarono la lista dei rigoristi, purtroppo o per fortuna io non ero il terzo ma il settimo. Era stato deciso di mantenere la stessa sequenza dei cinque rigoristi della semifinale vinta con l’Inter. Durante i rigori siamo andati in vantaggio grazie a una prodezza di Crisanto, ma quando è arrivato il quinto rigore, a un passo dalla vittoria, Marchizza ha calciato fuori. Così tutto si azzerò. Non era finita, ma tra di noi era calato il gelo. Quando poi arrivò il momento del settimo rigore loro ho sentito su di me tutto il peso di quella finale. Ma Crisanto parò con il piede: in quel momento mi sono sentito più leggero: il mio poteva essere il rigore Scudetto. Incamminandomi verso il dischetto, passo dopo passo, sentivo solo le voci dietro di me dei miei compagni che mi incitavano e quelle dei tanti tifosi giallorossi che erano venuti a sostenerci a Reggio Emilia. Raccolsi il pallone e pensai che in fondo era solo un rigore ma che valeva una stagione intera. Undici metri tra me e il portiere e in fondo al sacco il tricolore. Ho preso la rincorsa, ho guardato il portiere per un attimo poi ho fissato solo il pallone in attesa del fischio dell’arbitro. Volevo calciare forte ma uscì un tiro non angolatissimo. Il portiere ha intuito la traiettoria ma il pallone gli è passato sotto le braccia. Prima di esultare mi bloccai un attimo per la paura che il pallone non entrasse, ma quando poi toccò la rete la mia gioia è esplosa in una corsa sotto la tribuna dove c’era la mia famiglia. Eravamo campioni d’Italia! Quella notte, dopo i festeggiamenti non sono riuscito dormire. Mi sentivo caldissimo, come se avessi la febbre. Così, con il mio compagno di stanza Romagnoli, a tarda notte sono sceso e ho trascorso del tempo con i membri dello staff che erano ancora svegli. Non riuscivo a smaltire tutte le emozioni e a realizzare l’obiettivo che avevamo raggiunto“.

Questo il commento del giovane sull’infortunio di Rudiger: “Strootman, Rudiger e Mario Rui oltre ad essere campioni sul campo lo sono anche fuori. Mi ha colpito la grande umiltà che hanno: sono grandi professionisti. Ho avuto la fortuna di allenarmi con loro sia quando sono scesi in Primavera per rientrare dall’infortunio sia in diversi allenamenti con la Prima Squadra. Ho un ricordo bellissimo di tutti e tre. In quel Sassuolo-Roma rientrò in campo dopo l’infortunio Rudiger. Con lui ho fatto coppia al centro della difesa nel secondo tempo della partita che ha giocato con la Primavera contro il Novara. Durante gli allenamenti pensava solo al suo rientro, non vedeva l’ora di rientrare. Aveva voglia di ribaltare chiunque anche nella partita del nostro campionato, nella quale è andato in gol di testa“.

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