Corriere dello Sport – Simplicio e Tallo, l’altra Roma

Si conoscono appena, hanno tredici anni di differenza, eppure il loro destino di arrampicatori è simile. Per raggiungere la considerazione di Luis Enrique hanno dovuto aspettare con pazienza e fatica il momento buono, senza illudersi di scollinare vivendo di rendita. Fabio Simplicio e Junior Tallo, l’esperto brasiliano e il bimbo ivoriano, si sono presi la scena contro il Napoli, in un clima di tensione ambientale e di disperazione calcistica. Diciassette minuti a disposizione per tutti e due, al posto di Pjanic e Bojan che avevano la lingua di fuori.

Di solito è il vecchio che lancia il giovane. Invece qui è successo il contrario. Un’azione sfrontata sulla fascia sinistra, un dribbling elegante, un cross perfetto di Tallo, alla seconda presenza in serie A. Un’entrata fragorosa sul pallone di Simplicio, un centrocampista poco considerato che ha segnato il gol numero 43 (!) nel campionato italiano, con tanto di corsa in tribuna per il bacio alla famiglia.
E così la Roma ha evitato la quindicesima sconfitta, anche se i tifosi non le hanno perdonato la mancata vittoria. (…)

Ci sono protagonisti che non ti aspetti. Fabio Simplicio ne è il prototipo. Ci sono anche esultanze che non ti aspetti e quella del centrocampista brasiliano con la corsa in tribuna a baciare la moglie Elaine e il figlio Jordan, all’Olimpico non si era mai vista. Un’esultanza fuori dal comune per un giocatore che ha vissuto un’annata non facile, ma che appena può fa di tutto per dimostrare che lui il dimenticatoio proprio non se lo merita. Il modo migliore per farlo? Andare in gol e a Fabio Simplicio il senso dell’inserimento e la visione della porta di sicuro non mancano. E’ tutta la sua carriera a dimostrarlo con i 43 gol realizzati in Serie A con le maglie di Parma, Palermo e Roma e con una stagione, la 2005-06, in cui riuscì addirittura ad andare in doppia cifra.

MEDIE – Tanti gol per un centrocampista, come sono tanti i quattro messi a segno in questa stagione, tre con il destro e uno di sinistro. Un dato da evidenziare ancor di più se si considerano le 17 presenze del brasiliano di cui solo 9 da titolare. Un gol ogni 202 minuti, tanto per gradire. Uno in più di quelli messi a segno in campionato da Erik Lamela e Miralem Pjanic che alla Roma sono costati un investimento da 28 milioni di euro complessivi. E anche se a volte i paragoni sono ingenerosi e i numeri non sempre disegnano ogni sfaccettatura della realtà, la media gol di Simplicio può far invidia a ben tre dei cinque attaccanti presenti nella rosa di Luis Enrique. Solo Borini (un gol ogni 169 minuti) e Osvaldo (uno ogni 184) hanno fatto meglio del brasiliano. Mentre il rapporto tra minuti giocati e gol segnati di Bojan, Totti e Lamela (…)

DIMENTICATO – Eppure Simplicio non può essere una scoperta primaverile, perché lui era già qui la scorsa estate anche se a Riscone di Brunico non c’era. Il brasiliano infatti è stato lasciato a Roma ad allenarsi a Trigoria, mentre il resto della squadra in Trentino iniziava a prendere confidenza con le idee di Luis Enrique. Poi l’improvviso cambio di rotta già nelle prime due partite ufficiali della stagione in Europa League contro lo Slovan Bratislava. Centottanta minuti giocati per intero da un giocatore che poche settimane prima sembrava ai margini della rosa e che non aveva preparato la stagione insieme ai compagni. Dopo il disastro europeo Simplicio era di nuovo sparito: fuori fino alla quinta di campionato (tredici minuti contro il Parma) e la domenica successiva il gol del 3-1 contro l’Atalanta. Un altro cambio di rotta? Neanche per sogno perché quest’anno dopo ogni gol segnato di Simplicio si sono sempre perse le tracce. Il brasiliano, nonostante tutto, ha sempre scelto la strada del silenzio e del lavoro per farsi poi trovare pronto alla prima occasione utile. E’ accaduto anche sabato sera contro il Napoli. (…)

Prima della partita con il Napoli, si è tagliato barba e capelli. “Così sembro più giovane”. Come se un ragazzo di 19 anni avesse bisogno di sentirsi bambino per allontanare le responsabilità. In campo però, Junior Tallo è entrato con lo spirito di un calciatore pronto per qualunque stadio. “Ha giocato come se avesse alle spalle tante partite di serie A”, racconta Luis Enrique, che si è accorto verso la fine della stagione di avere una buonissima risorsa nell’attacco della Primavera: Tallo aveva segnato 17 gol in 16 partite di campionato, 4 gol in 4 partite di Coppa Italia, 2 gol in 6 partite al Viareggio, eppure è andato in panchina per la prima volta con la Roma vera soltanto il 7 aprile, a Lecce. (…)

PERSONALITA’ – Nelle ultime due partite, l’esplosione. Dieci minuti di livello contro la Fiorentina, diciassette di ritmo e qualità contro il Napoli conditi dalla finta con il perfetto cross per il 2-2 di Simplicio. Non capita a tutti di impressionare subito l’Olimpico, soprattutto in un momento così delicato per la Roma. Ma Tallo non ha mai avuto paura. Aspettava da sei mesi un’occasione per dimostrare il suo valore, non è stato sorpreso quando gli è capitata: era deluso prima, quando Luis Enrique non lo considerava nonostante gli elogi di Alberto De Rossi.

PASSATO E FUTURO – Ivoriano, Tallo è stato scoperto dal Chievo che l’ha arruolato nel 2008 ad Abidjan, nel centro di formazione di Cyril Domoraud, ex difensore dell’Inter. Con i ragazzini veronesi, ha contribuito con un gol a eliminare proprio la Roma nei playoff del campionato Primavera 2010. A gennaio 2011 è passato in prestito all’Inter ma non ha avuto molte possibilità di emergere: solo sei partite, condite da due gol. In estate l’ha agganciato Walter Sabatini, che l’ha preso in prestito con diritto di riscatto della comproprietà fissato a 1,4 milioni. E la trasferta di Verona, nella quale Tallo potrebbe addirittura partire titolare, può essere l’occasione per formalizzare l’affare.

AMBIENTAMENTOTallo ha firmato un contratto fino al 2016 per circa 75.000 euro netti. Ha preso casa all’Eur ed è fidanzato con una ragazza italo-ivoriana. Ha legato tantissimo a Trigoria con Loic Nego, l’altro straniero della Primavera, che è francese e quindi parla la stessa lingua. Curiosità: nel suo anno di nascita, il 1992, suo zio Gadji Celi ha vinto la Coppa d’Africa come capitano della nazionale della Costa D’Avorio. Era un centrocampista, ora è diventato un cantante molto famoso in patria. Tallo ha già debuttato nell’Under 20 e nell’Under 23, un giorno spera di diventare come Drogba. Le premesse sono incoraggianti, l’importante è non perdere il senso della misura. Come nei cross.

Corriere dello Sport – R. Loria / R. Maida

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