Gli stemmi della discordia. Il City chiede ai tifosi come rifarlo

ROMA SAMPDORIA CAMPIONATO 2014 2015

Il Tempo (M.Vitelli) Se tutte le squadre lo stampano sulla maglia a sinistra, all’altezza del cuore, un motivo c’è. Lo stemma di una società non è solo il simbolo rappresentativo del team, è la sua anima, la sua essenza che prende forma e forza dalla storia del club. Per questo, ieri, la dirigenza del Manchester City ha chiesto ai propri tifosi di compilare un questionario all’ingresso dello stadio. È nato così, nel pre-match di Premier League contro il Bournemouth, il nuovo logo dei Citizens. Perché se è vero che il merchandising impone di rinnovarsi, coinvolgere nel progetto i sostenitori è più di un segno di sensibilità. È l’assunzione di consapevolezza del ruolo dei supporters, del fatto incontrovertibile che le dirigenze cambiano, i tifosi restano. Nel 2013 era stato l’Everton, dopo un restyling che non era piaciuto ai tifosi, a indire un sondaggio online per il nuovo stemma.

Ma non tutti la pensano così. Tra le prime azioni intraprese dalla nuova presidenza americana della A.S. Roma, infatti, c’è stato il cambio del logo in cui è sparita la sigla «Asr» lasciando spazio alla sola e più riconoscibile nel mondo parola «Roma». Un’operazione di marketing effettuata senza alcun contatto con gli ultras giallorossi. Questa rigida presa di posizione ha aperto una crepa quasi insanabile, ampliata ora dalle polemiche sulla divisione e gestione della curva. Chi invece ha già un logo stupendo, storico e conosciuto in tutto il mondo, è il Manchester United. Un design semplice compensato dalla presenza di un diavolo rosso stilizzato posto nella parte centrale. Perfetto. Restando in Premier League, davvero bello ed elegante lo stemma del Liverpool. Con il «Liver Bird», l’uccello mitologico metà cormorano e metà aquila, dentro uno scudo sormontato da una rappresentazione dell’ingresso dello stadio Anfield. Dal 1989, ai lati campeggiano due fiamme, l’omaggio del club a chi ha perso la vita nella tragedia di Hillsborough.

Stupendo ma curioso, il logo dei brasiliani del Corinthians. Nonostante fu fondato da alcuni operai ferroviari, raffigura una cima, due remi e un’ancora. Idea bizzarra del pittore modernista Francisco Rebolo che, nel 1939, decise di celebrare così i successi del club brasiliano nelle competizioni nautiche. Merita una citazione, il logo stilizzato dell’Ajax. Composto da undici linee per rappresentare i calciatori in campo, raffigura l’eroe greco Aiace (dal quale proviene il nome della società), le cui gesta vengono raccontate in molti poemi epici tra i quali l’Iliade. Ma in giro per il mondo c’è ben altro, anche di dubbio gusto. Come il simbolo scelto dall’Avenir Beggen F.C. di Lussemburgo: una pallone con seduto sopra un folletto, entrambi giallo-neri.

E cosa dire di un rinoceronte rabbioso con un palla infilato nel corno? È la scelta quantomeno fantasiosa del Rochester Rhinos, squadra dello Stato di New York. Privo di senso, lo scudetto del Club Petrolero in Bolivia: accanto ad una torretta petrolifera ci sono un tramonto con nuvole marroni, un cappello e una lattina con due cannucce, boh. Da cartone animato, lo stemma del Santa Claus F.C. di Rovaniemi, Finlandia. Come il nome impone, c’è un bel Babbo Natale raffigurato mentre risponde alle letterine dei bambini. Porterà a tutti il Subbuteo?

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