Corriere dello Sport – Pepito, che tridente con Osvaldo e Totti

Ma l’attacco non è il reparto in cui la Roma ha già una certa abbondanza? Domanda lecita. La risposta è sì. Ma allora se il club giallorosso decidesse di dare il via all’investimento-Rossi, chi andrebbe via? Semplice: Bojan Krkic. Giuseppe Rossi, a livello di organico, prenderebbe il posto del giovane attaccante spagnolo, che fino ad oggi, oltre a non essere soddisfatto lui stesso, ha deluso Luis Enrique che lo aveva voluto con sé. L’ingaggio? Non eccessivo, perché Rossi al Villarreal guadagna 2,5 milioni di euro a stagione: alla Roma, per un contratto di quattro anni, ne chiederebbe 3 a stagione, più o meno la stessa cifra che sta per chiedere Gago. Ma ciò che accende la fantasia dei tifosi romanisti, è il progetto tecnico, che vedrebbe la Roma schierata con cinque stelle in campo. (…)

Il calcio di Luis Enrique, quello della scuola catalana, prevede il maggior numero di piedi buoni in campo, anche a scapito di perdere qualcosa nella fase difensiva. Attacco, attacco, attacco: la sintesi dell’ormai famosa  «proposta»  è questa. Massima concentrazione per tutta la partita, lunga fase di possesso che finché il pallone è tra i piedi amici gli avversari avranno molte meno opportunità di creare pericoli, gioco che si sviluppa molto in orizzontale con un giro-palla cui partecipano tutti, portiere compreso. Ecco perché la presenza di un alto tasso tecnico è fondamentale.  «E’ più facile insegnare a difendere a chi è dotato di piedi buoni»  ripete spesso Luis Enrique. Che ha in mente una Roma “a cinque stelle”. Nello schema qui sopra abbiamo ipotizzato come giocherebbe la Roma di oggi – infortunati di lungo corso compresi (Burdisso e Juan) – con Giuseppe Rossi, nel posto dove oggi giocherebbe Borini, che comunque resterebbe una valida alternativa. Progetto impraticabile? Troppi rischi? Forse, ma è così che concepisce il calcio Luis Enrique. Convinto che con la massima attenzione da parte di tutti il risultato positivo sia solo una conseguenza degli schemi di gioco.

Il modello è quello, senza dubbio: il Barcellona. Le differenze però, a parte il valore dei singoli, sono tante. Il tecnico giallorosso ultimamente, con i suoi, preme soprattutto su un tasto: la concretezza in attacco. Perché se delle tante occasioni create se ne finalizza una soltanto, il rischio di pareggiare o perdere sarà sempre molto alto. Ovvio poi, che in fase difensiva bisogna ridurre al massimo gli errori. Come accaduto spesso quest’anno infatti, la fase difensiva della Roma scatta soprattutto dopo un errore in fase di impostazione: a quel punto – scena che i tifosi giallorossi hanno visto più volte – gli avversari sono partiti in contropiede, anche in zona centrale, e hanno trovato ampi spazi, presentandosi a tu per tu con Stekelenburg. La Roma “a cinque stelle”, Luis Enrique ci pensa. E con Giuseppe Rossi sarebbe una squadra molto, molto interessante.

Corriere dello Sport – Alberto Ghiacci 

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