Giorgio Rossi a Pagine Romaniste: “Ringrazio tutti. Sempre forza Roma!”

Una vita dedicata alla Roma, questa è la storia di Giorgio Rossi il massaggiatore giallorosso che dopo 55 anni di carriera nella Capitale ha deciso di prendersi un pò di meritato riposo. La prima apparizione risale al 1957 quando firma il suo primo contratto, passando per Helenio Herrera, Nils Liedholm, Zednek Zeman, l’anno dello scudetto con Capello e anche la tragica stagione dei 4 tecnici cambiati, fino ad arrivare a Luciano Spalletti, il suo ultimo allenatore. Giorgio Rossi è un pezzo di storia di questi colori e di questa società, un uomo straordinario che ha vissuto una carriera straordinaria.

Raggiunto dalla redazione di Pagineromaniste.com, Rossi ha raccontato un pò della sua vita in giallorosso, un pò della sua vita.

Dopo tanti anni di Roma, cosa le rimarrà nel cuore?L’emozione di tante cose belle. Dai 3 scudetti alle 9 coppe italia, passando per la primavera. Due ricordi rimangono amari, però: la finale di Coppa dei Campioni e Roma-Lecce (20 aprile 1986, Roma 2-3 Lecce. N.d.r), sono due partite che mi sono rimaste nel cuore. La cosa che mi porterò sempre con me, però, è l’affetto di tutti i giocatori, perché io ne ho dato a loro. E’ stato uno scambio reciproco. Anche nelle piccole cose, magari si scordavano lo spazzolino ed il dentifricio ed io ce li avevo sempre a portata di mano. Giocavo d’anticipo. I ricordi sono tanti. Un episodio che mi è rimasto in mente. Gigi Radice sulla panchina. Un calcio di punizione contro di noi, l’allenatore urlava <cinque in barriera, cinque!>, ma erano soltanto in quattro. Il perché? Radice aveva solo 4 dita“.

Ha qualche giocatore a cui è più attaccato? L’allenatore più simpatico, quello un po’ meno..?Come allenatore, direi “il Barone” ( Niels Liedholm n.d.r.). Era un allenatore eccezionale. Tra i giocatori Aldair, Pruzzo, Rizzitelli, Totti, De Rossi, Cervone, Carboni (…), insomma un po’ tutti. Sono molti quelli a cui sono rimasto legato, ne ho conosciuti più di mille. Per esempio l’altro giorno, al supermercato, mi è venuto a salutare un ex calciatore: < Ma non ti ricordi di me?>. Era il centravanti della Roma Primavera del ‘60. < Aò, ma sono passati 50 anni, un po’ sei cambiato! >. Mi ricordo anche degli infortuni di Manfredonia e di Nela. Mi ritengo fortunato, bravo e fortunato“.
Ha qualche ringraziamento in particolare?Ringrazio il presidente Dino Viola. Un ringraziamento speciale, però, lo debbo al presidente Sacerdoti. Dopo aver vinto un torneo con la primavera, lui mi portò nella prima squadra. Per il resto non posso che ringraziare tutti. L’unica cosa era il contratto annuale. Ogni anno era come una spada di Damocle sulla testa. Mi ricordo che Bruno Conti ogni volta mi diceva: <Attento al postino!> , perché se arrivava la lettera voleva dire che eravamo stati cacciati.

Una vita in giallorosso ti segna, questi due colori ti rimangono nel cuore. A dimostrazione di ciò, Giorgio Rossi chiude l’intervista con un sentito “Forza Roma, sempre forza Roma“. Una persona stupenda, alla quale il popolo romanista e la nostra redazione rivolgono i più sentiti ringraziamenti per tutto ciò che ha fatto per la squadra.

Umberto Ruggeri

 

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