Gigi ripensa a quell’errore: «Ci ha liberato di un peso». De Rossi: «Resti il più forte»

de rossi italia

La Gazzetta dello Sport (A.Elefante) – Ci sono debiti che si pagano anche dieci anni dopo. Anche nel calcio. Sono arretrati taciti, nulla che venga chiesto o reclamato: è che quando da una vita si attraversano insieme decine di incroci di ogni tipo, il calcio finisce per regalare sempre un momento, una notte, per restituire un grazie. Poco più di dieci anni fa Daniele De Rossi aveva temuto che il suo Mondiale fosse finito quasi senza averlo iniziato: l’aveva tradito l’adrenalina, non lo tradì Buffon. A parole Gigi gli spiegò che c’era ancora una strada, a parate gliela fece vedere: l’orizzonte della finale era anche per lui, e al di là di quella linea avrebbe trovato un rigore da segnare per sognare.

TU QUOQUE, GIGI – De Rossi non lo sbagliò, come non l’ha sbagliato ieri. Anche se dopo quegli undici metri stavolta non c’era un sogno: solo sopravvivenza. Il piede di De Rossi non ha tremato come a volte gli trema la vena: c’era una scommessa da non far perdere a Ventura e una notte da aggiustare, quella dell’amico portiere. Il c.t. per una partita così aveva scelto il suo calcio sacrificando quello di Verratti; Buffon in una partita così era scivolato su un pallone quasi innocuo: scaraventarlo via lontano sembrava uno scherzo, e invece era diventato uno scherzo del destino. Tu quoque, Gigi, il baluardo di tante resistenze, il reduce da tante trincee. Su quel piattone in uscita il vuoto pneumatico: scarpa arancione, guanti arancioni e all’improvviso il verde per la Spagna. Come un telepass per l’ingresso in porta di Vitolo, e pure senza pagare. «Alla vigilia avevo detto che devo ancora migliorare e sono stato profetico – dice Gigi a fine partita – Non si smette mai di sbagliare e di imparare dai propri errori, è la benzina che manda avanti uno sportivo. Dopo il mio errore ci siamo liberati di un peso e per quanto fatto negli ultimi 25 minuti il pari è meritato».

FALLO CON LA JUVE… – Prima, invece, l’Italia aveva ballato nel senso di oscillato pericolosamente, sbandato, barcollato, tremato. «Troppo rinunciatari e troppo bassi – avrebbe detto dopo De Rossi per non lasciargli in mano il gioco. E loro troppo aggressivi per non soffrirli». Come se non bastasse, si era distratto anche il loro pifferaio. Ma questa squadra ha dentro la tendenza alla vitaReagire è nel nostro Dna») e addosso ancora le scorie buone del vissuto di tre mesi fa: «Tante squadre al nostro posto stasera avrebbero perso e nel finale potevamo anche vincerla: se Ciro si fosse buttato magari avremmo preso un altro rigore. Ma sarebbe stata una rapina a mano armata… Ci sono ancora il cuore e la forza del gruppo che ci portiamo dietro dagli Europei». Lui e Buffon si portano dietro anche qualcos’altro, e da un bel po’ prima di tre mesi fa: tu avevi dato a me, io stasera do a te. «L’errore di Gigi? Ci sta che lo faccia anche il più grande portiere della storia, altrimenti sarebbe una macchina. Certo, sarebbe stato meglio se quell’errore l’avesse fatto con la Juventus, ma fa niente…».

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