Gianni Bismark, all’anagrafe Tiziano Menghi, è rapper e cantautore romano, ma prima di tutto romanista. Lo ha raccontato lui stesso in un’intervista a SportWeek: «So’ de la Roma da quando ero pischello, all’addio di Totti piagnevamo tutti. Scudetto o disco di platino? Scudetto tutta la vita, ma che scherzi?».
Persino la scelta del nome d’arte nasce da quel legame: «L’ho preso in onore di Gianni Bismark Guigou, ex centrocampista uruguaiano della Roma. Non era un fenomeno, ma aveva la garra, lottava sempre, ogni volta che entrava si faceva sentire. Era ’na pippa, però dava tutto, usciva dal campo con la maglia sudata. Un po’ come me agli inizi della mia carriera».
Affiorano anche alcuni ricordi che rimandano alla sua passione giallorossa: «La prima volta all’Olimpico mi sono pure perso, ho chiesto il telefono a un ragazzo per chiamare mio padre. Il momento più bello? Gli ultimi tre scalini, quando inizi a vedere il verde del campo. Prima stavo sempre in Curva, ma adesso se ci vado finisco spappolato. Per fortuna mi procurano altri tipi di biglietti».
L’idolo è ovviamente Francesco Totti: «Ero allo stadio il giorno dell’addio, piangevamo tutti: bambini, ragazzi, adulti. Una giornata surreale. Oggi sono innamorato di Soulé, spero che resti alla Roma ancora un po’: è fenomenale. Un featuring lo farei con Cristante, e a un mio concerto inviterei il nostro gioiellino Pisilli».
Quanto al mercato, ha un desiderio preciso: «Sogno Zirkzee in giallorosso, spero arrivi a gennaio. Anche perché in questo momento stiamo giocando senza attaccanti…».
E sul traguardo più ambito, quello scudetto, mantiene i piedi per terra: «Non ci pensiamo, davvero. È qualcosa di troppo lontano, non si vince da tanto quindi tutti stanno zitti. Incrociamo le dita: se mai dovesse succedere, la città si imballa per almeno due mesi».



