Il Messaggero – Gervinho, la freccia della speranza

Roma_Gervinho

Dove eravamo rimasti? Ah, ecco: venerdì 18 ottobre, minuto numero 57 di Roma-Napoli. E’ il momento in cui Gervinho, infortunato, lascia il campo per far posto a Adem Ljajic. Da quella sera di festa (ottava vittoria di fila) è passato più di un mese e quattro partite: dopo aver battuto il Napoli, senza l’ivoriano la Roma ha vinto a Udine, ha superato all’Olimpico il Chievo, ha pareggiato in casa del Torino e poi pure contro il Sassuolo. Aveva lasciato, Gervinho, una Roma imbattibile, la ritrova stasera ancora imbattuta ma costretta a vincere per tornare/restare al primo posto della classifica. «Gervinho ha un profilo unico», ama ripetere Rudi Garcia. E non v’è dubbio che l’assenza di Gervinho, nell’arco delle quattro partite, si sia fatta sentire (un solo gol a partita). Anche perché in tandem con l’ex Arsenal è mancato pure Francesco Totti. Ecco perché non è chiaro, e non potrà mai esserlo, quale sia il valore reale di Gervinho nell’economia del gioco di una Roma senza Totti. Non v’è dubbio, però, che abbia ragione Garcia quando sostiene che come Gervinho non c’è nessun altro giocatore nella sua rosa: nessuno, del resto, ha la sua capacità di dare profondità alla squadra, di produrre scatti in allungo e di saltare l’avversario con estrema facilità nell’uno contro uno.

 

 

NESSUNO COME LUI –  Caratteristiche che risultano letali soprattutto quando le partite sono estremamente bloccate sotto il profilo tattico: Gervinho è uno dei pochi protagonisti del nostro campionato a possedere queste qualità e inevitabilmente la sua assenza ha condizionato pesantemente la manovra giallorossa. Non essendoci ancora Totti, con Borriello convocato ma non ancora al meglio e con Destro alla prima convocazione dopo il lunghissimo stop, stasera Gervinho dovrebbe avere (almeno in avvio) come partner in attacco Florenzi e Ljajic. Un tridente leggero ma molto tecnico. E c’è curiosità per capire dove Gervinho verrà impiegato, perché non è assolutamente certo che vada sull’esterno: potrebbe giostrare anche al centro, senza mai dimenticare che i tre davanti spesso si scambiano compiti e posizioni. Anche se tra i tre, Florenzi è quello che per caratteristiche sembra meno adatto a fare il centravanti, seppure falso nueve. E pensare che proprio Florenzi, con quattro reti, è il miglior cannoniere della squadra di Garcia. Gervinho lo segue a quota 3, le stessi reti messe a segno da Ljajic (e Pjanic). Un tridente da 10 gol che stasera dovrà superare la robusta barriera difensiva proposta da un Cagliari che in dodici partite ha beccato 20 reti. Gervinho è pronto: la sosta ha restituito a Garcia un giocatore a posto atleticamente felice per la qualificazione al mondiale brasiliano con la Costa d’Avorio. Un appuntamento che è ancora lontano: ora c’è da pensare alla Roma che, centrando stasera la sua vittoria numero 11, eguaglierebbe i successi della Juventus ma resterebbe/tornerebbe al primo posto. Un’occasione da non fallire, dopo il disastroso pareggio contro il Sassuolo.

 

 

BENIAMINO DELLA SUD –  Gervinho, in quell’occasione, era in panchina: una presenza di maniera, legata soprattutto alla sua convocazione in Nazionale, visto che – di fatto – non era utilizzabile. Ma è bastato che si alzasse dal suo posto e che cominciasse un blandissimo riscaldamento per scatenare la Sud. Segno che il ragazzo di Anyama è già entrato nel cuore della gente: facile immaginare, perciò, quale e quanta sia l’attesa del tifoso giallorosso di vederlo di nuovo in azione. Gervinho rappresenta una speranza, oltre che una certezza: la speranza che dal nulla possa nascere sempre qualcosa di bello, di importante; una giocata decisiva frutto di istinto, tecnica e anche forza fisica. Gervinho è tutto questo.

Il Messaggero – M. Ferretti

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