Gervinho-Garcia, un binomio di successo da Le Mans a Roma passando per Lille

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Dopo l’ultima fantastica prestazione offerta con la maglia della Costa d’Avorio (gol, assist ed un rigore procurato nel 3-1 contro il Senegal), Gervinho ha confermato il proprio autentico stato di grazia già mostrato nel primo scorcio di stagione con la maglia giallorossa addosso. Si può affermare con assoluta certezza che il segreto dello straordinario momento di forma dell’ex Arsenal risieda nell’uomo scelto l’estate scorsa da Sabatini a guidare la Roma e in una parola a questi collegata: fiducia.

La ‘confidence’ che secondo Arsene Wenger era venuta sempre più a mancare nel calciatore africano durante l’ultimo anno a Londra e che fu posta come motivazione principale della cessione di Gervinho in direzione della capitale dallo stesso tecnico transalpino. Un ragazzo demotivato e che subiva l’eccessiva pressione dell’Emirates Stadium. Questo il ritratto dell’ivoriano pronto a viaggiare verso Roma; non proprio un ottimo inizio ma guai a sottovalutare la presenza di Rudi Garcia sulla panchina romanista, colui che lo richiede espressamente al direttore sportivo Walter Sabatini.

Il binomio Gervinho-Garcia nasce da lontano, precisamente nella stagione 2007/2008. L’attaccante ivoriano è reduce da due ottime annate al Beveren, prima divisione belga, dove in totale colleziona 61 presenze e 14 gol. Il tecnico francese, allora alla guida del Le Mans, si innamora calcisticamente del ragazzo e lo porta in Ligue 1. Dopo un solo anno insieme nel club giallorosso, Garcia decide però di accettare la corte del Lille. Le strade dei due si separano ma Gervinho prosegue nel proprio percorso di crescita e così soltanto un anno dopo arriva la chiamata da Lille proprio di Garcia. Il trasferimento si concretizza dando inizio al periodo del grande Lille. Gervinho e Garcia completano uno storico double (vittoria di campionato e Coppa di Francia) insieme nel 2011 con l’ivoriano che in entrambe le stagioni va in doppia cifra totalizzando 93 presenze e 36 gol. E’ al termine della grande stagione citata che Wenger si accorge del talento dell’attaccante colored portandolo all’Arsenal per circa 12 milioni di euro. In Inghilterra, però, Gervinho fatica ad ambientarsi e dopo una prima annata tra alti e bassi, con 32 partite e soltanto 4 gol realizzati, l’ivoriano diventa sempre meno importante nello scacchiere dei Gunners. Durante la scorsa annata Gervinho appare sempre in maggiore difficoltà tanto da perdere il posto in squadra e, soprattutto, la fiducia di Arsene Wenger.

La ‘confidence’ londinese non c’è più ma il suo vecchio estimatore Rudi è pronto a dimostrargli ancora una volta la propria ‘confiance’. Garcia, convincendo anche uno scettico Sabatini, lo fa acquistare dai giallorossi per 8 milioni di euro. “Ha grande velocità ed un ottimo dribbling ma non vede la porta” questa è la frase che accompagna il ragazzo a Roma e che nel primo impegno da titolare con la nuova maglia, contro il Verona all’Olimpico, sembra rispecchiare la realtà dei fatti. Qualche mugugno sorge ma dura il tempo di un lampo. Una buona prestazione da subentrato a Parma ma soprattutto i gol contro Sampdoria e Bologna spazzano via ogni dubbio e portano il nome Gervinho alla ribalta, facendolo assurgere al ruolo di vera e propria sorpresa giallorossa di inizio stagione. Il segreto della rinascita è presto svelato e a farlo è proprio Garcia: “Gervinho ha bisogno di fiducia per rendere al meglio”. Già, perché a volte quello che basta è soltanto un pò di ‘confidence’ Monsieur Wenger.

 

Matteo Luciani

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