Gerson, toccata e fuga

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Il Corriere della Sera (L.Valdiserri) – Alla fine ha vinto Marcao. Gerson, il talento diciottenne che la Roma ha acquistato dal Fluminense (2,5 milioni già versati, 4,5 da versare il 31 gennaio, 4,5 il 31 luglio e 4,5 il 31 dicembre, più 2 di eventuali bonus), è pronto a ritornare in Brasile, alla sua vecchia squadra, in prestito fino a giugno. Così voleva suo padre, Marcao, appunto, e così potrebbe succedere nelle prossime ore. La Roma avrebbe voluto parcheggiarlo al Frosinone, per due motivi: 1) poterlo tesserare come comunitario nel prossimo campionato, visto che in questo ha già occupato con Dzeko e Salah i suoi due slot per gli extracomunitari, mentre i ciociari li hanno liberi; 2) farlo acclimatare in Italia e in serie A. Per questo motivo era stata contemplata anche l’ipotesi di tenerlo a Trigoria per allenarsi. Sei mesi senza giocare una partita vera, però, sono tanti per un ragazzo così giovane. L’opzione brasiliana, invece, è quella preferita dall’ingombrante padre del giocatore che, forse, avendo ricevuto in dono da Sabatini una maglia giallorossa con il numero 10 e il suo nome sulle spalle, non ha ritenuto il Frosinone alla sua altezza.

Vedremo come andrà a finire questa vicenda, dalla quale la Roma esce ammaccata. Dovrebbe essere la società di appartenenza – e non il padre – a tracciare il profilo del giocatore ma, probabilmente, per battere la concorrenza del Barcellona è stata concessa a Gerson una «via preferenziale». Le strategie dell’attacco romanista restano sempre complicate. Basti pensare che quest’estate «per salvare la vita a Iturbe», come ha detto il d.s. Sabatini, è stato praticamente regalato Ljajic all’Inter. Iturbe, poi, è finito a dicembre al Bournemouth. Ibarbo, preso in prestito oneroso nell’affare Nainggolan, è andato al Watford (dove non ha mai giocato) e adesso è tornato in patria in prestito al Nacional di Medellin, dove però rimarrà solo se la squadra farà strada nelle coppe sudamericane. Poi è previsto il ritorno al Cagliari. Il mercato di riparazione è arrivato al 20 gennaio, ma la Roma non ha ancora ufficializzato nessun rinforzo in difesa.

Leo Castan, con immensa dignità, si è praticamente chiamato fuori dopo la pessima partita contro il Verona (potrebbe anche lui andare al Fluminense), Gyoember non è quasi mai stato utilizzato (51 minuti in campionato) e, al contrario, Manolas è lo stakanovista della squadra. Il greco, che ha giocato 1.734 minuti, è il settimo giocatore più utilizzato in serie A, esclusi i portieri, dopo Albiol, Laxalt, Mario Rui e Moras (1.800 minuti), Borja Valero (1.753) e Hysaj (1.751). Purtroppo per la Roma, però, Manolas è sotto diffida. Basterà un’ammonizione per fargli saltare una partita e, in quel caso, altro che coperta corta: sia con la difesa a quattro che con quella a tre mancherebbe proprio il letto.

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