Gazzetta dello Sport – Pallotta sbotta “La Roma è business ma non sono soddisfatto”

James Pallotta Ciampino aeroporto PR

Che gli americani fossero sbarcati a Roma per fare business era un po’ il segreto di pulcinella. Da ieri, però, non c’è più alcun dubbio, visto che a dirlo è stato lo stesso James Pallotta, in un’intervista al Financial Times. «Le squadre di calcio dovrebbero essere gestite come un business, non come un hobby — ha detto il presidente giallorosso — Noi stiamo facendo della Roma un brand. In Italia le squadre di calcio si basano su ricavi e un po’ di ego. Noi non lo abbiamo fatto certo per ego».

 

CDA E MERCATO Vero, e non fa una piega. Se non fosse che nel calcio, per alimentare un brand, serve quello che è mancato alla Roma in questi 2 anni: i risultati. «È stato un anno frustrante, sono decisamente insoddisfatto — continua Pallotta — Abbiamo sconfitto club come Juve, Milan, Fiorentina e Inter, perdendo in modo assurdo con squadre da metà classifica in giù. Abbiamo molti nuovi giocatori, ci vorrà tempo». Già, anche se all’orizzonte si profila la terza rivoluzione ed i giocatori nuovi saranno ancora una volta molti (quelli del primo anno si sono praticamente volatilizzati quasi tutti). È per questo che oggi a Trigoria ci sarà un Cda sul mercato, dove la Roma è ancora ufficialmente ferma. Sempre oggi ci sarà un incontro tra Pozzo e Betancourt, l’agente di Nico Lopez, per provare a chiudere la questione Benatia (metà Lopez, più metà Romagnoli o Verre e soldi). Nel frattempo, a Trigoria si sono ampliate le competenze di Frederic Massara, braccio destro di Sabatini, lo scorso anno impegnato nel settore giovanile, oggi operativo sul mercato. Questione portiere: Julio Cesar costa troppo, Viviano è congelato, Curci potrebbe restare a fare il secondo mentre dal Brescia sta per arrivare il giovane Alessio Cragno (‘94), in cambio di un paio di giovani e conguaglio.

 

QUESTIONE STADIO  Intanto ieri a Trigoria c’erano Fenucci, Sabatini, Baldissoni e Pannes, impegnati su mercato e stadio. La Roma spera(va) di presentare il progetto entro luglio, ma i termini potrebbero slittare. Indiscrezioni parlano di un impianto di 50-60 mila posti, con un design che dovrebbe ricordare il monumento simbolo di Roma, il Colosseo, ma in formato hi-tech. «Vogliamo usare una serie di tecnologie che permetta alle persone anche di ordinare senza alzarsi dal posto». O di accedere allo stadio senza biglietto (tramite smartphone) e di verificare l’identità tramite scanner facciali. «Stiamo cercando di portare molta professionalità nel club, prima di noi i Sensi non avevano fatto niente, neanche facebook o twitter. Non c’era gestione dei fan». Vero, ma quegli stessi fan sfioravano vittorie che oggi si sognano e che nel calcio dei brand, fanno tutta la differenza del mondo. «La mia idea è che c’è un sacco di gente a cui piacerebbe avere la Roma». Già, ed infatti Pallotta cerca soci in grado di mettere denaro fresco nelle casse, tra i 75 ed i cento milioni di euro.

 

TRA BOSTON E TRIGORIA In America, intanto, ieri da Pallotta sono volati Winterling, la Augelli e Zanzi, per definire i dettagli e l’organizzazione della tournée americana. Saranno 12-13 giorni, con base a Boston e tappe a Kansas City, Toronto (e Cascate del Niangara) e una tra Washington e Baltimora. Oggi, infine, a Roma risbarca Rudi Garcia, per cercare casa e chiudere la pratica-ritiro. Andrà in scena a Riscone di Brunico dal 12 al 21 luglio, con due sole amichevoli (14 e 21, ore 17, la prima con una selezione locale, la seconda con un club estero, austriaco?).

 

Gazzetta dello Sport – A.Pugliese

 

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