Gazzetta dello Sport – Ora è crisi. In picchiata le azioni di Luis

Improvvisamente, c’è grossa crisi. Come se la prestazione di Udine avesse rotto l’incantesimo e messo a repentaglio il rapporto tra Luis Enrique e i tifosi. “Non sono mai giornate facili dopo un k.o. così“, ha tweettato ieri il giovane e insicuro Bojan Krkic.

Tu quoque Luis Il giorno dopo, se possibile, fa ancora più male. E allora radio prese d’assalto, messaggi di fuoco, telefonate preoccupate: l’asturiano e il non gioco della Roma sul banco degli imputati, soprattutto l’atteggiamento della squadra, mai vista così prudente, e il profilo basso dell’allenatore, mai stato così remissivo dopo una sconfitta. Quella frase di Luis Enrique — “Ho chiesto io ai terzini di essere più prudenti” — è risultata indigesta a molti, che da ieri si chiedono: dov’è finito il “tutti all’attacco” del giorno prima? La “proposta non negoziabile” della Roma? O l’altro assioma, “il gioco conta più del risultato“? I tifosi sono disposti ad aspettare momenti migliori, ma non accettano che l’allenatore snaturi se stesso e la squadra, adeguandosi al calcio all’italiana. “A quel punto — si è detto ieri — tanto valeva tenersi Montella…”, che per inciso vincendo a Lecce ha agganciato la Roma in classifica.

Prime crepe Ma lo scetticismo non si limita alla tifoseria, il problema per Luis Enrique è che continua a coinvolgere parte della squadra — registrata discussione a Udine tra senatori e baby — inizia a coinvolgere la proprietà. La prestazione di Udine ha stordito anche i dirigenti. Dell’asturiano stupiscono i continui cambi di formazione: che siano figli di una certa smania di protagonismo? Walter Sabatini a Udine è stato chiaro: “Roma svuotata, timida, senza personalità“. Stamattina il d.s., di ritorno da un mini viaggio a Belgrado, è intenzionato a catechizzare giocatori e tecnico, e stavolta senza giri di parole. Franco Baldini a Udine ha evitato di parlare pubblicamente, ma lo ha fatto nello spogliatoio con Luis Enrique, e da quel che si è capito non si è discostato troppo dall’analisi di Sabatini. L’allenatore continua ad essere definito “intoccabile“, ma la sensazione, in queste ore, è che la Roma si senta più prigioniera che orgogliosa di Luis Enrique, come se l’asturiano dovesse restare saldo al suo posto perché, con lui in bilico, tutto il progetto rischierebbe di essere sconfessato.

Infortuni C’è poi un ultimo aspetto, forse il più inquietante: perché tutti questi infortuni muscolari? Con quello di Kjaer sono saliti a nove, alla Roma già la chiamano la maledizione del flessore. Il guaio, per Luis, è quello che ora a Trigoria cominciano a dire dei suoi allenamenti: “Massacranti, francamente eccessivi“. Forse troppo.

Gazzetta dello Sport – Alessandro Catapano

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