Corriere dello Sport (G. Marota) – C’è chi guarda la classifica e non crede sia reale. C’è chi predica calma perché i tempi duri inevitabilmente arriveranno e con loro usciranno fuori i veri valori delle rose del campionato. Ma c’è anche chi sostiene che questa Roma sia prima in classifica avendo già perso tanto (3 partite su 11) e in qualche caso pure zoppicando e faticando a segnare, quindi chissà il futuro cosa potrà davvero riservare.

Tra l’ottimismo e la scaramanzia, tra l’esaltazione e i tentativi di nascondersi dalle pressioni, spicca il saggio Gasperini, alla 350ª vittoria in carriera da allenatore tra Serie A (280), Serie B (49) e Serie C (21), concretissimo anche nella sua sintesi dialettica: “Non parliamo di obiettivi dentro lo spogliatoio, ma siamo felici di aver reso orgogliosa la nostra gente che continua a riempire lo stadio e di aver regalato loro il piacere di vivere due settimane da primi in classifica“.

Quella gente ieri invocava “un tricolore giallorosso per gli ultras”, cantando a squarciagola il suo entusiasmo. “Se fanno bene a credere nello scudetto? Non bisogna mai togliere il sogno alla gente“, ha aggiunto Gasp, che a fine partita è sembrato un uomo felice oltre che un allenatore pienamente realizzato. Gli occhi gli brillavano quando parlava dello spirito di sacrificio dei suoi, il suo sorriso era contagioso nel momento in cui evidenziava i progressi tattici e tecnici della squadra. “Abbiamo alzato la nostra coralità di gioco – ha detto – muoviamo la palla più velocemente, occupiamo l’area con tanti giocatori, attacchiamo di più la profondità rispetto a quando ci muovevamo in modo laterale”.