Gasperini: “Atalanta pesantemente penalizzata dagli episodi arbitrali. Il calcio non è più credibile”

Al termine del pareggio (1-1) in casa contro la Salernitana, Gian Piero Gasperini ha parlato del tema arbitraggio, salito alla ribalta dopo il caso del gol decisivo in fuorigioco di Acerbi in Spezia-Lazio (3-4). L’allenatore dell’Atalanta ha lamentato diversi episodi a sfavore. Di seguito le sue parole a Sky Sport.

“È stato un disastro quest’anno, ma non dovete farlo dire a noi, avete le immagini, se volete tirarle fuori lo fate. Poi ieri è venuto fuori quest’altro episodio e il polverone, quello di La Spezia. Io sono mesi che non parlo più di questi aspetti. Sono contento lo abbia fatto la società, ma questo è stato uno dei motivi, non l’unico, per cui siamo qui. È stato un aspetto di una gravità assoluta, ci sono tutti gli episodi, potete divertirvi. È stato un campionato in cui non si può pensare alla malafede perché sarebbe Medioevo, ma quello che abbiamo subito è stato veramente pesante. E nel Medioevo c’erano anche dei valori, io forse sono da Medioevo. È stato esagerato quello che abbiamo subìto. Non avremo mai potuto lottare per lo scudetto, ma la mia è una squadra pesantemente penalizzata. Dobbiamo finire il campionato bene, partite come stasera poi dipendono da noi. Nel girone di ritorno alcuni hanno cambiato marcia, vedi la Salernitana e altre. Dovesse ricominciare il campionato ora per noi sarebbe molto dura stare in classifica dove siamo ora”.

Sul Var: “È difficile avere uniformità, ma ci sono tanti episodi clamorosi sbagliati come interpretazioni. Se succede a velocità normale capita e dispiace, ma quando sei davanti alla tv… Ognuno si è fatto il suo regolamento pur di giustificare certe scelte assurde. Se togli la certezza del regolamento diventa uno sport non più credibile, sui fotogrammi si può dire tutto e il contrario di tutto. Ci sono delle fazioni, non c’è più obiettività di giudizio, ognuno parteggia e poi chi ne risente è il calcio. E il calcio ora non è più credibile, perché anche a bocce ferme non c’è la stessa interpretazione sulle cose”.

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