Garcia vince, ma per volare serve un gioco

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Leggo (R. Buffoni) – Dice: il campionato scatta col mercato ancora aperto, perciò scendono ancora in campo formazioni-cantiere. Guardate la Juve, il Napoli o, all’estero, il Chelsea. L’importante adesso è fare punti. Tutto giusto, ma per puntare allo scudetto serve anche un’identità precisa, un gioco capace di garantire sempre prestazioni di livello. E in questo la Roma appare indietro. È bastato l’infortunio a Pjanic e un po’ di turn over a far sparire il buono visto contro la Juventus. A Frosinone è scomparso anche quel possesso palla che, seppur lento e sterile come nell’esordio a Verona, denotava la volontà di imporre un progetto tattico.

Garcia sabato si è perso dietro la voglia di rigettare nella mischia il suo pupillo Gervinho e di concedere l’esordio a Totti, entrambi pesci fuor d’acqua in una formazione arrangiata. È una Roma talmente indecifrabile da rendere impossibile prevedere che tipo squadra mercoledì affronterà il Barcellona. Anche Pioli fatica a ritrovare la sua Lazio. Ieri è tornato alla vittoria grazie a Matri, l’unico vero acquisto di un mercato deludente. Aumenta il rammarico dei tifosi, perché se il campionato è questo, bastava un piccolo sforzo per avere la certezza di poter volare ancora.

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