Il Messaggero – Le certezze di Garcia

Garcia CS 6 PR

L’impatto di Rudi Garcia sulla sua nuova squadra è più semplice di quanto si possa pensare. Il francese, fin dai primi giorni di lavoro, sta cercando di offrire certezze al gruppo più che novità. I cambiamenti, sempre senza esagerare, riguardano gli addestramenti quotidiani. Senza, però, modificare lo scheletro della squadra durante le esercitazioni. Nel senso che il sistema di gioco della Roma è uno, il 4-3-3, con qualche variante che può nascere dalla presenza di un interprete e al posto di un altro. Insomma sono le caratteristiche del singolo a incidere sull’assetto e non il contrario.

Ecco perché, pur avendo una rosa abbastanza completa e sicuramente numerosa, l’allenatore giallorosso ha in testa una formazione e su quella appoggia i vari interventi da fare in partita o, se qualche giocatore non è disponibile, in partenza.

 

ROTAZIONE DAVANTI – Garcia sta studiando come costruire il reparto offensivo. L’arrivo di Ljajic, pronto al debutto già domenica contro il Verona, è l’opzione in più, considerando la qualità del nuovo acquisto. Ma, almeno da quanto si è visto durante l’estate, la situazione rimane quella di Riscone. Perché il serbo prende il posto di Lamela. Addirittura, durante l’allenamento di ieri, anche sulla stessa fascia, la destra. Una delle soluzioni che il francese può scegliere per inserire Ljajic nella formazione titolare senza rinunciare a Totti, lasciato a sinistra, e a Borriello, inserito al centro, ruolo che è toccato anche a Gervinho, al capitano e allo stesso serbo. Il turn over in attacco, in allenamento e in partita, è in parte legato anche al mercato che è ancora aperto per quattro giorni. Ma avendo comunque interpreti con caratteristiche differenti tra loro è quasi scontato che durante la stagione il francese potrà cambiare il tridente sia in partenza che durante le gare.

 

ULTIMO SFORZO – A chiarire meglio la situazione c’è agli atti una frase di Garcia, detta dopo il successo a Livorno e passata quasi in secondo piano: «Mi servono attaccanti complementari. Ho bisogno di una punta d’area come Borriello e di un’altra che sfrutti la profondità». Il francese, dando per scontata la partenza di Lamela, ha indicato i due rinforzi a Sabatini per completare l’organico. Uno è già a Trigoria, acquistato per rimpiazzare l’argentino: Ljajic, giocando prevalentemente sulla fascia, è quello che va dentro. Il centravanti pesante, se Borriello va via, è da prendere. Quello è il ruolo di Destro che, oltre a essere uomo da area di rigore, sa chiamare la verticalizzazione: l’ideale per il nuovo allenatore. La prima punta, però, sarà la variante più significativa del sistema di gioco di Rudi. Tra Totti e, per ora, Borriello c’è una grande differenza. Anche Ljajic è diverso da loro. Figuriamoci poi Gervinho che anche ieri, con il serbo a destra e il capitano a sinistra, è finito in mezzo ai due compagni. Da centravanti. Come è accaduto con Lamela, a Terni, nell’ultima amichevole prima di Livorno. Per la gara con il Verona, ripartendo dalla sfida del Picchi, Garcia ha provato prima Florenzi, punto fermo del reparto, Borriello e Totti e a seguire Gervinho a sinistra, il capitano in mezzo e a destra sempre il giovane azzurro. Il primo era l’attacco in partenza contro il Livorno e l’altro quello utilizzato dopo un’ora. Ma poi è entrato in scena Ljajic che si gioca il posto con Gervinho e Borriello.

 

ECCO KEVIN – A meno di sorprese, Garcia ha in mente di toccare niente o quasi negli altri due reparti. Davanti a De Sanctis, rimane ovviamente la linea a quattro con Maicon, Benatia, Castan e Balzaretti: sono i cinque uomini della difesa a titolare. La novità è Strootman, recuperato e quindi sicuro di debuttare in campionato. Con l’olandese, a centrocampo, De Rossi e Pjanic. Ieri la Roma ha toccato quota 20.000 tessere, 4.000 in meno meno rispetto alla scorsa stagione. E 14.000 (Curva Sud chiusa) nemmeno saranno presenti domenica pomeriggio all’Olimpico per la prima gara casalinga contro il Verona.

 

Il Messaggero – U.Trani

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