Il Messaggero – “Roma frenata dagli arbitri”

Roma-Verona Garcia PRE, un girone dopo, Rudi Garcia non ce la fa più a tenere la bocca chiusa, a far finta di niente. Perché, riflettendoci, i 64 punti in classifica della sua Roma dopo 28 giornate (superata il bottino della squadra dello scudetto 2001) non lo rendono felice; anzi, lo fanno avvelenare. Ricorda, il francese, che proprio in occasione della sfida d’andata contro il Torino, avversario stasera all’Olimpico, la Roma fu costretta a frenare dopo dieci vittorie di fila. «Quella striscia vincente è stata fermata da errori arbitrali», afferma convinto. E con la faccia di chi sta raccontando una cosa che ancora non gli è andata giù. La Roma, un girone fa, aveva cinque punti di vantaggio sulla Juventus, ora sta quattordici punti dietro i bianconeri (con una gara da recuperare, però) e le spiegazioni per il larghissimo distacco, a suo dire, non sono soltanto tecniche. «Il fallo subito da Benatia in occasione del gol del Torino, il calcio di rigore clamoroso negato a Pjanic…», snocciola ricordando la partita del 3 novembre. «Può succedere, certo. Tutti fanno errori: allenatori, giocatori e arbitri», chiude Rudi un po’ a cantilena.

 

 

IL GIALLO DEL FISCHIETTO
A proposito di arbitri, l’Aia ieri fino all’ora di cena – a sorpresa – non aveva comunicato (neppure alla Roma) il nome dell’arbitro di stasera poi ci ha ripensato: toccherà a Bergonzi. Ambizioso e orgoglioso com’è, Garcia non si accontenta di come stanno andando le cose, se il tutto viene rapportato alla Juventus. «Loro fanno un campionato da record, ma anche il nostro lo è. Io voglio andare avanti: la mia squadra ha 64 punti, ne voglio 67 dopo la gara con il Torino. Lo scudetto è andato, lo sappiamo, ma adesso dobbiamo mantenere a tutti i costi la seconda posizione, unico obiettivo ragionevole, che non è ancora sicura. In Italia è difficile andare in alto: ci sono solo due posti per la Champions diretta e una per lo spareggio. Quello che piace della Spagna è vedere il campionato con tre squadre in un punto: quando una squadra due mesi prima della fine ha già vinto campionato, tutto diventa noioso», racconta prendendo spunto dallo spettacolo offerto domenica sera da Real e Barcellona («Uno spot per il calcio»). «Veder arrivare Tevez e Higuain in Italia è stata una cosa bella per il nostro campionato», dice con tono neutro, cioè senza far capire se siano parole solo di ammirazione o farcite anche da un pizzico di invidia.

 

 

DESTRO ALLA HIGUAIN
Ci sarà il presidente Pallotta, in tribuna, Rudi nega di avere un appuntamento con lui per parlare di rinnovo di contratto. «Penso al Torino e basta». Torna a disposizione De Rossi, che ha scontato i tre turni di squalifica, ma non ci sarà Benatia, fermato da Giudice sportivo. «Giocherà Toloi», sentenzia Rudi senza pensare che il difensore non gioca dal 17 novembre scorso. Maicon non sta benissimo, ieri si è allenato poco ma è stato convocato: stamane farà un provino poi si deciderà. In caso di forfeit, dentro Torosidis con Romagnoli (in ogni caso) a sinistra. De Sanctis sarà l’osservato speciale di Di Palma, inviato di Cesare Prandelli. In attacco, almeno in avvio, non dovrebbero esserci dubbi: dentro Gervinho, Totti e Destro, cioè quelli di Verona. «Destro può diventare come Tevez o Higuain? È un attaccante d’area che ha il gol nel sangue. Quei due hanno già vinto tante cose, hanno militato in grandi squadre. Parliamo di Tevez, Higuain, Suarez: sono attaccanti con molta maturità. Noi dobbiamo aspettare e lasciare il tempo a Mattia di crescere perché può migliorare molto. Non va dimenticato che è stato fermo almeno sette mesi e che per tornare al massimo della condizione ha bisogno di tempo. Ma le sue statistiche non sono male e deve continuare così», la carezza di Garcia. E l’instancabile/intoccabile Gervinho? «Non solo nel suo caso, ma noi valutiamo ogni partita. Il turno over dipende dalla forma fisica del giocatore. Gervinho è un profilo unico nella nostra rosa e per il momento sul piano fisico dimostra gara dopo gare di stare bene». Finalino su Ljiajc, un po’ trascurato nelle ultime gare. «Ho messo Bastos o Florenzi e non Adem perché più portati alla fase difensiva».

 

Il Messaggero – M.Ferretti

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