Garcia non molla ma Pallotta è furioso. In Usa vertice-verità

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La Repubblica (F.Ferrazza) – Un film che sembra dover terminare da un momento all’altro, ma che poi si dilunga, non arrivando mai al sospirato finale. Il matrimonio che continua sempre e comunque, a dispetto di prestazioni e risultati tra Garcia e la Roma, sta esasperando i tifosi, distaccati e disamorati, perché ormai convinti che il girone di ritorno sarà una lenta e inesorabile agonia. Anche i giocatori, quando avevano (più o meno) tutti abbracciato il tecnico, prima della sosta natalizia, dopo il gol di Florenzi al Genoa, erano convinti che fosse una stretta d’addio e che la società avrebbe esonerato il mister di lì a poco. Sono rimasti in larga parte spiazzati anche loro dal protrarsi di un rapporto che sta logorando la fiducia della gente e che rischia di compromettere definitivamente la stagione. In queste ore gli Stati Uniti sono lo scenario sul quale si potrebbe scrivere la parola fine, all’interno di continui confronti tra la dirigenza italiana e un sempre più arrabbiato Pallotta. Ma Garcia sembra non preoccuparsene: ieri ha alzato per l’ennesima volta la voce a Trigoria, con i giocatori, mettendo sotto accusa la gestione del vantaggio sul Milan e le modalità conseguenti con le quali è arrivata la rete del pareggio.

Ma l’imperturbabilità e l’ottimismo non vengono sventolati dal tecnico solamente davanti a taccuini e microfoni: ai giocatori Garcia ha ribadito di esser convinto che questa Roma possa ancora giocarsi le sue carte all’interno del campionato, nonostante la squadra si ritrovi quinta al termine del girone di andata, a sette punti dal Napoli campione d’inverno. Forse si, ma più facilmente con un altro allenatore in panchina. Chissà se già contro il Verona, domenica prossima. Sotto accusa poi pubblicamente, il mister francese ha messo il preparatore Norman, seppur non nominandolo. I continui richiami, nel post Milan, a una difficoltà fisica, con i giocatori che, almeno in questo, danno ragione a lui. Ora a Trigoria vanno infatti di moda i problemi muscolari alla coscia, figli probabilmente del lavoro fatto durante la sosta. Devono, in tal senso esser valutate le condizioni di Manolas e Nainggolan, le ultime due vittime di tale “sindrome”.

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