Garcia: «Non c’è nulla da salvare». Sabatini: «Così è drammatica»

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La Gazzetta dello Sport (A.Pugliese – D.Stoppini) – «Sono sicuro che il cielo è blu dietro alle nuvole», dice Rudi Garcia. Prova a vincere con le parole, mettendo in pratica uno straordinario esercizio di ottimismo. Ma qui è tempesta vera, il sole non splende più. Anche se la società ha comunque deciso di aprire l’ombrello: fiducia confermata, Garcia non rischia, la sconfitta con l’Atalanta non cambia lo scenario a brevissima scadenza. Occhio, però. Perché magari prima o dopo qualcuno si stufa di continuare a camminare sotto l’acqua. E allora, se è sbagliato raccontare di un allenatore in bilico, sarebbe un errore grave sottovalutare l’importanza – soprattutto economica – che la partita di Champions con il Bate Borisov del 9 dicembre ha per la proprietà. Come pure sarebbe sbagliato non raccontare di una distanza sempre più percepita, sempre più tangibile tra la società e l’allenatore: magari il muro non viene giù subito, per carità. Ma le crepe aumentano. E così, prima il d.g. Mauro Baldissoni venerdì sottolinea che «alla fine ognuno sarà responsabile dei risultati che porta». Poi ieri il d.s. Walter Sabatini, seguendo la stessa linea, dice che «andremo avanti con lui, non c’è solo Garcia sul banco degli imputati, ma è chiaro che le responsabilità di questo momento drammatico sono di tutti ». Ergo: i ragionamenti in vista della prossima stagione – anche a fronte di un contratto di Garcia che recita giugno 2018 – tengono dentro lo scenario di un cambiamento: Di Francesco, Conte e Mazzarri i nomi da tenere sott’occhio.

QUI RUDI – Ma la vita è adesso. Il cielo è nuvoloso oggi, del meteo che sarà importa il giusto. E allora ecco Garcia ribadire che «no, non mi dimetto. Chi immagina che io possa farlo, evidentemente non mi conosce. Sono deluso e arrabbiato, ma non mollo. I numeri sono dalla mia parte. Certo, mi prendo le mia responsabilità, ora c’è solo da star zitti e tirare fuori il meglio, restando uniti». Poi, magari ci sarebbe pure da sistemare una squadra dominata tatticamente dall’Atalanta: «C’è poco da salvare della partita – dice ancora il francese –. Ma non credo che questa sconfitta sia collegata a quella di Barcellona. Dobbiamo solo ritrovare il nostro gioco. Se mi sento in bilico? Questo dovete chiederlo alla società… ».

QUI WALTER – E allora eccola la società. Con la faccia di Sabatini solcata da qualche ruga in più: «Garcia non è in discussione, andremo avanti con lui fino alla fine perché si merita la Roma – dice dopo essere stato nello spogliatoio per parlare alla squadra –. Con lui soffriremo, non credo ai giocatori che per far fuori un allenatore giocano male. Pallotta? Sarà qui tra poco, la società è alle strette. Ma non viene certo per tagliare una testa». E allora nessun dubbio, almeno per ora. E almeno a parole. Anche se con Sabatini le differenze di vedute e le discussioni sono all’ordine del giorno. «Spesso non siamo d’accordo, ma poi quando lui prende una decisione io la difendo fino in fondo. Non esiste nessuna guerra fredda tra di noi, io esprimo valutazioni calcistiche, ma non è detto che siano la verità assoluta ». Di certo però c’è che le scelte e i gradimenti dei due sono diversi, a volte anche opposti. «Non cerco alibi, ma abbiamo costruito la squadra per giocare con due veloci come Salah e Gervinho. Iturbe? È in una sofferenza terribile. Gli troveremo una soluzione, ma senza abbandonarlo». È il saluto ufficiale all’argentino, che a gennaio andrà a giocare altrove. Anche se poi il problema per Sabatini è un altro: «Questa squadra ha bisogno di giocare bene per esaltarsi, altrimenti vengono fuori tutti i suoi limiti di personalità. Il mercato di gennaio? Pensavo di non dover intervenire, ora devo rifletterci su». Chissà non rifletta pure su Rudi…

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