Garcia: «La Roma ha fallito soltanto in Coppa Italia»

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Il Corriere della Sera (G.Piacentini) – Spalletti, Bielsa, Mazzarri, Conte con Lippi traghettatore, perfino Mourinho (James Pallotta, però, ha smentito in maniera categorica di aver incontrato lo Special One). Di nomi di suoi possibili successori ne ha sentiti e letti tanti, in questi giorni, Rudi Garcia. Il tecnico francese, però, alla vigilia di quella che potrebbe essere la sua ultima partita da allenatore della Roma, ostenta sicurezza: «A questa eventualità – sono le sue parole – non ci penso: ho altre battaglie da portare avanti. Conosco le regole del gioco, sono il capo branco e ho la mia parte di responsabilità. Però resto motivato, sereno, tranquillo e combattivo. Sono io il problema della Roma? È una domanda che non dovreste fare a me, ma ho già detto in passato che, quando non mi sentirò più utile, sarò il primo a farmi da parte». Ma dannoso, Garcia, non si sente.

Il tecnico (contratto da 2,5 milioni netti a stagione fino al 2018) non nasconde la sua rabbia per l’eliminazione dalla Coppa Italia, ma rivendica i risultati ottenuti: «Mercoledì abbiamo fallito, perché non possiamo uscire contro una squadra di B: è stato il momento nero della stagione. In campionato, però, ci siamo: non è ancora finito il girone d’andata e tutto è ancora aperto. Nel calcio basta vincere, anche se non è facile per i miei ragazzi giocare all’Olimpico, ci manca il cuore della nostra tifoseria e so che dovrò spingerli ancora di più. Non voglio difendere il nostro bilancio, ma ci siamo qualificati per gli ottavi di finale in Champions League e non capitava da un po’. Questo, però, ci ha mangiato energie mentali e fisiche. Siamo stati troppo alterni». Non sembrano le parole di un tecnico intenzionato a farsi da parte, anche se dalla società, almeno pubblicamente, non sono arrivate rassicurazioni: «Sono alla ricerca di soluzioni e le troveremo, a gennaio cambieremo alcune cose. Sono contento dei miei rapporti con i dirigenti, ho totale fiducia in Sabatini, non è vero che non ho informazioni sul mercato, vedo più lui che la mia famiglia».

Per arrivare a gennaio, però, è necessario battere il Genoa: «Non ci resta altro da fare che mettere tutta la benzina e le forze mentali che ci restano per prendere i tre punti. Il ritiro? Non è soltanto punitivo, anche se bisogna tornare a vincere se si vuole stare di più a casa. Stiamo vivendo insieme e abbiamo potuto parlare molto. Era necessario far capire ai calciatori ciò che penso e ascoltarli singolarmente per capire dove siamo e dove vogliamo andare. Sono uno che sa prendere decisioni perché questo è il mio mestiere, ho uno staff di qualità e il confronto con i calciatori può essere interessante. Se si prendono le responsabilità, possono dire la loro. Abbiamo tanti leader, uomini intelligenti: siamo una squadra, siamo uniti e vogliamo fare meglio rispetto a quello che stiamo facendo».

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