Roma Conta solo vincere

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Il Tempo (E. Menghi) – Se la Roma avesse giocato solo in trasferta, sarebbe sì sempre seconda alla Juve, ma a soli 2 punti di distanza e in classifica avrebbe un bel +4 sulla Lazio. Il bottino lontano dall’Olimpico è di 30 punti, solo i bianconeri campioni d’Italia hanno fatto meglio quest’anno, e la partita di San Siro contro il Milan sarà l’ultima fuori casa, prima che i giallorossi se la vedano con Udinese, Lazio e Palermo tra le mura amiche. Garcia cerca la nona vittoria esterna di questo campionato nella sfida numero 160 con i rossoneri in Serie A.

La storia sorride alla formazione milanese (71 successi a 40), ma il passato recente vede la squadra di Inzaghi in piena crisi di risultati (3 ko consecutivi), mentre la Roma viene dalle vittorie contro Sassuolo e Genoa e vuole allungare la striscia vincente per preservare il secondo posto. È l’unica cosa che interessa all’allenatore francese, dialetticamente arido alla vigilia della partita, come un jukebox col disco rotto. Ha ripetuto un concetto solo ad ogni domanda: «Concentrazione». «Non sono brutte le domande, sono brutte le risposte: è stata un po’ noiosa questa conferenza», l’ammissione spontanea del tecnico dopo appena 10 minuti di banalità e temi schivati.

«Mi preoccupo solo del Milan, altre cose – ha spiegato – non mi interessano. L’obiettivo è lo stesso da 22 mesi che sono qui: vincere la partita». La prossima, senza guardare oltre. «Non penso alla Lazio, l’importante è la Roma, come giocherà e cosa farà in campo per ottenere i tre punti a Milano. Le altre cose, come la condizione degli avversari, le teniamo in conto solo per non soffrire la qualità di chi abbiamo contro, perché c’è qualità nei singoli e nel collettivo del Milan».

Uno su tutti Destro, che proprio ex non è, visto che a giugno rientrerà a Trigoria, ma ha comunque il dente avvelenato: «È un giocatore talentuoso, ma io parlo solo dei miei. Da lui a Doumbia non è cambiato tanto, sono due bomber a cui piace avere palloni vicino alla porta avversaria». Garcia chiederà a Florenzi, Manolas, Astori e Torosidis (in ballottaggio con Holebas) di tenere Mattia il più possibile lontano da De Sanctis, mentre all’attaccante ivoriano dovrebbe dare nuova fiducia in attacco, confermando in blocco l’undici delle ultime due partite, con Ibarbo e Gervinho esterni, Pjanic, De Rossi e Nainggolan in mediana (Keita è stato convocato, ma farà un provino stamattina, assieme allo stesso Doumbia e a Ljajic). Per Totti, quindi, si prospetta la terza panchina consecutiva. «Lasciatelo tranquillo», è l’appello di Rudi: «È un grande campione, può iniziare la gara o entrare in corsa. Conta solo vincere».

Il gruppo prima del singolo, che si tratti del numero 10 rabbuiato per le ultime esclusioni o di Nainggolan, a cui Garcia chiede di non lasciarsi distrarre dal mercato: «Ogni giocatore è importante, non ce n’è uno più importante dell’altro ai miei occhi. Non è il momento di parlare della rosa dell’anno prossimo, il singolo lo voglio in campo per fare la differenza e far vincere la Roma».

Inzaghi invidia il centrocampo giallorosso, «è il più forte d’Italia», e punta sull’attaccamento alla maglia: «Va sempre onorata. Futuro? Con un presidente come Berlusconi, il Milan è in una botte di ferro. Ora dimostriamo che meritiamo una classifica migliore rispetto a quella che abbiamo. Per me valiamo tanto». Roma avvisata.

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