Gallia belgica

AS Roma Match Program (T.Riccardi) – Gand, capoluogo delle Fiandre orientali. Nonostante le emergenze sanitarie mondiali legate al Coronavirus, la Roma viaggia per il ritorno dei sedicesimi di finale di Europa League. Sarà il decimo approdo in Belgio dell’Associazione Sportiva della Capitale per una competizione europea. L’ultima volta che visitò questo stato monarchico era il 2009, per un altro turno a eliminazione diretta. Sempre contro il Gent, ma nella fase estiva dei preliminari di Europa League. Vinse la Roma, senza concedere appello alcuno. 3-1 all’andata all’Olimpico, 7-1 al ritorno in trasferta. Dieci gol complessivi in due partite (5 solo di Totti), a sancire una disparità tecnica evidente. Esiste anche un’altra sfida belga che, invece, riguarda proprio i sedicesimi di finale dell’allora Coppa UEFA. Anno 2006, la squadra di Spalletti affronta il Bruges. Andata in Belgio, ritorno a Roma. Si impone la Roma in entrambe le occasioni, con il medesimo risultato di 2-1. In trasferta, oltre al successo romanista in inferiorità numerica per il rosso a De Rossi con tanto di reprimenda di Spalletti seguente (“Sei contento, ora?”), nasce un tormentone tra i tifosi che partirà da Bruges, passerà per la Capitale nel derby del record delle undici vittorie consecutive, farà capolino persino al festival di Sanremo, finendo nelle esultanze dei tifosi azzurri in Germania nell’estate successiva. Il famoso coro “po po po” sulle note della canzone “Seven Nation Army” della band statunitense White Stripes. La storia è nota. Il brano è di usanza fissa nei sostenitori locali dello stadio “Jan Breydel” di Bruges, per celebrare ogni gol e ogni momento positivo della compagine. Nella sfida con i giallorossi di UEFA, le note si avvertono distintamente al gol dello spagnolo Javier Portillo, rete che significa 1-1. Quando Perrotta segna il 2-1, riportando la Roma avanti, il canto viene preso in prestito dai romanisti per schernire gli avversari. Il ritornello è talmente orecchiabile e coinvolgente da essere esportato nelle radio locali romane il giorno dopo, fino in Curva Sud. Con la propaggine del festival della canzone italiana grazie all’interpretazione (non proprio memorabile, c’è da ammetterlo) di Totti, accanto a Ilary Blasi. Diventando, infine, il motivo che accompagnerà gli azzurri di Lippi al quarto titolo mondiale. L’origine fu quella. Dal “coro zero” (per usare un neologismo di cronaca) all’1-0 della Roma per tornare all’attualità. 2020, Belgio, Gand, Gent. Stavolta non per un match di andata, ma per una sfida da dentro e fuori di ritorno. Chi passa, va agli ottavi. La Roma si qualifica con qualsiasi risultato di vittoria o di pareggio. Accede alla fase successiva della coppa anche se dovesse perdere con un margine di un gol di differenza, dal 2-1 in poi (2-1, 3-2, 4-3 eccetera). Con l’1-0 del Gent si andrebbe ai supplementari. Perdere con almeno due gol di scarto significherebbe eliminazione. Tutto molto intuitivo, anche senza calcolatrice.

Si parte dall’1-0, dunque. In passato, in altre 12 occasioni, la Roma ha fatto sua l’andata di una fase a eliminazione diretta con il minimo scarto. 11 volte ha superato il turno, in 1 è stata eliminata (1993, Coppa UEFA, Borussia Dortmund). L’esempio più recente risale alla Coppa UEFA 2003-2004, contro l’Hajduk Spalato. All’Olimpico, i capitolini vincono 1-0 con gol di Cassano. Al ritorno in Croazia, finisce 1-1 e per la Roma va ancora a segno il fantasista barese, staccando il pass per il turno successivo. Il primo caso di vittoria per 1-0 all’andata risale al 1969, ottavi di finale di Coppa delle Coppe. La Roma passa di misura in casa con il timbro di Fabio Capello. Nel confronto in Olanda, la formazione di Herrera soccombe con lo stesso parziale, ma viene premiata al sorteggio con la monetina, arrivando così ai quarti. La stessa monetina che poi sarà fatale nella semifinale con il Gornik. Anche qui, storia nota. A proposito di risultati e parziali, ci sarebbe un altro tabù da sfatare dopo 13 anni. Ovvero, quello di mantenere la porta inviolata nel doppio confronto in una fase a eliminazione diretta. Può succedere ancora. Non sarebbe cosa da poco perché registrare un altro cleen sheet (il terzo di fila) significherebbe qualificazione aritmetica e pure un fatto statistico inedito per la Roma 2019-2020. Precedenti alla mano, non prendere gol tra andata e ritorno in un confronto europeo a eliminazione diretta è capitato 15 volte dal 1931 (in 30 gare totali, dunque). Più recentemente fu in Champions League contro il Lione nell’edizione 2006-2007. Allo 0-0 maturato all’andata all’Olimpico, i giallorossi di Spalletti fecero seguire il 2-0 al ritorno alla Gerland con le prodezze di Totti e Mancini. Dopo la finale mondiale del 2006 tra Italia e Francia vinta dagli azzurri ai rigori, quello fu il primo incrocio calcistico da dentro e fuori tra un club italiano e uno francese dopo la sfida di Berlino (nella fase a gironi della stessa Champions, il Milan affrontò il Lilla; mentre il Livorno e il Parma nei raggruppamenti di Coppa UEFA sfidarono Auxerre e Lens, ma non si trattava di confronti diretti). Berlino, Germania, titolo iridato. Per il quale si esultò con il “Po-po-po”, quel coro che nacque in Belgio, dopo una vittoria della Roma in UEFA. Gallia Belgica.

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