«Noi ciociari salvati dal calcio»

FROSINONE

Il Tempo (E. Menghi) – Ciociaro doc, costretto per lavoro a stare lontano da casa in un momento storico per la sua città, Frosinone, che si appresta a festeggiare la prima promozione in Serie A. Giuliano Giannichedda, ex centrocampista di Lazio e Juventus ed attuale vice-allenatore di Evani nell’Under 20, è in Bulgaria per gli Europei con l’Under 17 azzurra e vive a distanza un sogno che sta per diventare realtà.

«Bisogna pensare – spiega – che non è ancora fatta, perché il Crotone deve salvarsi e non sarà una partita semplice. Al telefono sento spesso i miei amici di Frosinone e sono tutti in grande trepidazione per un traguardo storico».

Lei ha fatto il supercorso da allenatore con Stellone, se lo immaginava così su una panchina vera?

«Devo dire la verità: mi ha sorpreso. Chi prima faceva l’attaccante e poi si mette a fare l’allenatore di solito è un po’ più fantasista, invece lui è molto preparato. La sua forza è stata quella di fare un grande gruppo. Si vede in campo e si vede anche fuori, perché sono tutti amici e questo è bello».

Consiglierebbe a Stellone di restare o di fare carriera in club più prestigiosi?

«Credo che Roberto sia super concentrato sulla prossima partita e non pensi al resto, ma è ovvio che quando le squadre di Serie A ti notano fa piacere, significa che vedono quello che stai facendo. Ma, se fossi io il presidente del Frosinone, lo terrei perché può fare la storia L’ha già fatta, ma può scrivere una pagina davvero importante».

Se l’aspettava a inizio anno?

«La promozione diretta no, ma la squadra era stata costruita con cognizione di causa, ci sono giocatori bravi, si partiva da un gruppo forte e in tanti si conoscono bene, perché giocano insieme da tempo, perciò diciamo che credevo nei playoff. La società ha lavorato benissimo».

Oltre al Carpi e, appunto, al Frosinone, chi salirà in A?

«Per blasone vedo il Bologna e il Vicenza messe meglio delle altre, ma va detto che i playoff costituiscono un torneo a parte: si riparte da capo e a fine stagione tutte le squadre sono molto stanche. Non è detto che a vincere sarà la più forte, perché ci può stare contraccolpo psicologico. È dura mentalmente, perciò è meglio chiudere subito la pratica. Come ha fatto il Frosinone».

Alla faccia del bacino d’utenza piccolo e poco adatto alla visibilità della Serie A, per riprendere le parole del presidente della sua ex squadra, la Lazio.

«Lotito ha fatto un paragone per far capire come funzionano i diritti tv in questo Paese. È stata un’uscita comunque infelice, tutti gli sport devono funzionare in base alla meritocrazia, ma credo che lui volesse solo spiegare e non offendere. Poi diciamolo, ha portato anche fortuna».

Tra poco ci sarà il derby Lazio-Roma, lei che ne ha giocati tanti con la maglia biancoceleste chi vede favorito?

«La Lazio sta meglio rispetto alla Roma, per gioco e testa, ma il derby fa sempre storia a sé. Bisogna vedere come ci arrivano i giallorossi e a quanti punti di distanza, perché se a loro bastasse il pareggio per il secondo posto cambierebbe tutto. Il ritiro lo fa chi cerca concentrazione, va fatto alla fine della stagione perché è il momento in cui ti giochi il futuro, per introiti e blasone, perciò è giusto così se Garcia ha visto la sua squadra deconcentrata».

Nella prossima stagione ci sarà anche il derby Frosinone-Lazio, che significato ha per lei?

«Più contento di me non ci sarebbe nessuno: sono ciociaro e sono stato tanti anni nella Lazio, quindi magari… La Ciociaria ha bisogno di questi stimoli, viviamo un periodo di difficoltà ed è bello che il calcio ci aiuti a tirarci su».

Lo stadio è uno dei problemi da risolvere.

«Se ne parla già da qualche anno, al di là della promozione. Comunque speriamo di averlo questo problema, no? Vuol dire che siamo in Serie A, poi si troverà la soluzione più giusta, ma mi preoccuperei di questo più tardi».

Prima lo champagne.

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