Frongia: «Studieremo in Europa la strada migliore per il nuovo Flaminio»

La Gazzetta dello Sport (R.Parretta) – L’operazione Flaminio è ufficialmente scattata. Come aveva garantito al­l’inizio dell’amministrazione 5Stelle, dopo un naturale peri­odo necessario per studiare le varie situazioni che si sarebbe­ro dovute affrontare, l’assesso­re allo sport Daniele Frongia ha preso in mano la questione relativa alla riqualificazione dell’impianto di viale Tiziano, un vero e proprio monumento, ma anche una ferita aperta per la città. Ma dopo 5 anni di ab­bandono, dopo che con il no al­la candidatura all’Olimpiade del 2024 si era rinunciato an­che all’opportunità di accedere a risorse altrimenti impossibili da reperire, finalmente sem­bra si sia individuato un per­corso per poter pensare di in­tervenire. «Noi non puntiamo solo a tagliare il prato, a rifare lo stadio, piuttosto vogliamo ripensarlo, attraverso un per­corso di alto livello», dice l’as­sessore Frongia.

PROGETTO – Che, come detto nei giorni scorsi, ha avviato l’iter per partecipare al bando «Kee­ping it Modern» della Getty Foundation (scadenza il primo marzo), volto a finanziare pro­getti dedicati al mantenimento del patrimonio architettonico moderno. Un passo necessario per finanziare lo studio che possa permettere di stabilire con esattezza le condizioni del Flaminio. «Per capire cosa pos­siamo richiedere ai soggetti che parteciperanno al bando di assegnazione». Perché il passo successivo sarà scriverlo, que­sto bando. E che non coinvol­gerà solo l’impianto sportivo: «Il perimetro di intervento do­vrà comprendere l’area circo­stante». Proprio per questo motivo la lettera scritta alla Fondazione Nervi (gli eredi dell’architetto Pierluigi Nervi, l’autore dell’opera) per aprire una collaborazione «è firmata dal sindaco Virginia Raggi, dall’assessore allo sport e da quello all’urbanistica Paolo Berdini». Perché la questione Flaminio tocca molte aree di interesse: per una sfida «così complessa», come la definisce Frongia, è necessario allargare i propri orizzonti e non tirare a campare. «Dopo l’analisi dello stato attuale, sulla base dei fat­ti e delle informazioni concrete e dei confronti con vari sogget­ti, scriveremo il bando».

SOSTENIBILITA’ – Un bando che dovrà prevedere aspetti fonda­mentali come «sostenibilità e innovazione», situazioni che qualche volta non vanno d’ac­cordo. Proprio a questo propo­sito, si è deciso di andare a stu­diare come altre grandi città d’Europa affrontano situazioni del genere. Il Flaminio è infatti un impianto particolare: uno stadio in un quartiere centrale della città. «Gestire lo sport in grandi impianti è sempre mol­to costoso, cercheremo di indi­viduare la giusta formula e ci stiamo già confrontando con altre città europee per capire cosa occorre per renderlo so­stenibile». Sempre tenendo ben presente che si sta parlan­do di uno stadio che viene con­siderato un bene architettoni­co e quindi protetto da vincoli e leggi, che coinvolgono non so­lo il Flaminio, ma tutta l’area su cui insistono già Audito­rium, Maxxi e Palazzetto. Una serie di vincoli a volte anche di­ scordanti e che coinvolgono più di un assessorato e sovrin­tendenze. Ma che non spaven­tano Frongia: «Vogliamo far ri­vivere il Flaminio e con un pro­getto ambizioso».

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