Friedkin prepara il piano per trattare con l’Uefa

Non resta che attendere. Anche perché il ritornello che trapela dalle parti in causa è sempre lo stesso: sono giorni decisivi. La realtà in effetti è proprio questa e ci si potrebbe aggrappare al vecchio adagio che per le questioni economiche (e non solo) calza a pennello: no news, good news. Della serie: se ci fosse stato qualche intoppo, sarebbe inevitabilmente emerso. Di certo, il fatto che sia in atto la corsa all’annuncio, viene vista con un minimo di stupore negli Usa. Anche perché la due diligence (che comprende anche la stesura dei contratti preliminari) prosegue. E considerando che sono 12 le società in questione, più le due partecipate allo sviluppo dello stadio, il drafting – ossia la stesura degli accordi – necessita inevitabilmente di tempi tecnici. Così, al netto della presentazione della semestrale ai sottoscrittori del bond di 275 milioni effettuata ieri, di nuovo c’è ben poco. Appena sarà completata la due diligence, le conclusioni saranno inviate al board del gruppo Friedkin che formulerà la proposta finale secondo i principi d’equità. Se Pallotta l’accetterà, verranno apportate le firme sui contratti preliminari. Per il closing, bisognerà attendere il lancio dell’Opa residuale e il via libera dell’Antitrust. I tempi non sono biblici ma necessitano di ulteriori passaggi. Se poi l’annuncio arriverà in nottata, domani, o tra qualche giorno, a questo punto cambia veramente poco. Chissà invece se cambierà qualcosa nella strategia di Friedkin il fatto che – a meno di deroghe – non potrà usufruire del Voluntary agreement che normalmente la Uefa concede, su richiesta, ai club che hanno cambiato nell’ultimo anno proprietario. Lo riporta Il Messaggero.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti