Totti, dal ’94 al 2013 la media voto in carriera è 6.41

rinnovo_TottiPare che ora se ne siano proprio accorti tutti: dentro e fuori dal Grande Raccordo Anulare. In Italia, nel mondo e in Europa. Oggi, anno 2013, a 37 anni compiuti, con la Roma prima in classifica a punteggio pieno, Francesco Totti è riconosciuto come quello che è sempre stato: un fuoriclasse del calcio internazionale. Si sprecano in questi giorni titoloni e pagine su tutti i periodici del pianeta terra, a celebrare le prestazioni e le giocate del numero 10.

“Il Messia della Roma è nato il 27 settembre” ha scritto il “The Guardian”, “L’eterno Francesco Totti” hanno sentenziato “A Bola” e “Le Figaro”, per non parlare di “France Football: “Certi giocatori dovrebbero fare come noi. Guardarlo giocare più spesso. Farebbe loro un gran bene” . Elogi trasversali, insomma, come è giusto che sia. In realtà, Totti ad alti livelli ci è sempre stato. Non è un’opinione, è un dato di fatto. Non lo testimoniano solo le 542 presenze in Serie A e i 230 gol realizzati finora, che già basterebbero di per sé, ma pure le prestazioni in campo.

AS Roma Membership è andata a riprendere tutti i voti dati al capitano della Roma dalla Gazzetta dello Sport – il primo quotidiano sportivo italiano, con sede centrale a Milano – e dalla minuziosa ricerca è venuto fuori che 6.41 è il voto medio che Totti ha collezionato in 19 campionati, dal ’94-’95 al 2012-2013. 6.41, una sufficienza abbondante a sancire una continuità di rendimento impressionante. Dal conteggio sono escluse le prime due stagioni – ’92-’93 e ’93-’94 – in quanto sono stati presi in considerazione i tornei nei quali Francesco è entrato in pianta stabile nella rosa degli attaccanti titolari, collezionando almeno 10 apparizioni.

Andando più nello specifico, l’anno in cui Totti è andato meglio è il 2001-2002 con la media di 6.75. Una sola insufficienza presa – 5.5, Fiorentina-Roma – e tante giocate scintillanti. Risalgono a quell’anno il delizioso gol a Bucci in Roma-Torino, dribblato con un tocco di suola, e il cucchiaio a Peruzzi nello storico Lazio-Roma 1-5.

Subito dopo, c’è il 2003-2004: 6.72 in 31 gare e 20 reti realizzate. Erano i tempi di Totti e Cassano in avanti, del “Quattro e a casa” a Tudor in Roma-Juventus e di uno scudetto perso alle battute finali con il Milan di Ancelotti.

Chiude il podio la Serie A 2005-2006: 6.67 il voto in 24 partite. Totti rappresentò l’emblema della Roma di Spalletti delle 11 vittorie consecutive. Una serie che fu accompagnata proprio dalle magie di Francesco “falso nueve”, ma che poi fu costretto a fermarsi sul più bello contro l’Empoli per il terribile infortunio alla caviglia sinistra.

Una sola volta Totti è finito sotto la sufficienza: 5.82 nel ’96-’97, guarda caso l’anno di Carlos Bianchi, il tecnico argentino che aveva avallato la cessione in prestito alla Sampdoria. Riassumendo: 525 presenze, 6.41 la pagella media in 19 campionati di Serie A. E le insufficienze? 108, compresi i 5,5.

ASROMA.IT/MEMBERSHIP T. RICCARDI

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti