«Francesco, Roma»: il biglietto di Totti dirigente

Corriere della Sera (L.Valdiserri) – «Cosa metterò sul biglietto da visita? Francesco, AS Roma». Non serve il cognome. Un po’ perché Totti lo conoscono tutti e un po’ perché per (quasi) tutti è il figlio di Roma e un figlio si chiama per nome. Francesco Totti è tornato a parlare dopo l’ultima partita, contro il Genoa, il 28 maggio, in un rito laico con i 60 mila dell’Olimpico. Lo ha fatto ai microfoni di Roma Tv perché da calciatore è diventato dirigente, come voleva il presidente Pallotta, ma è rimasto con la maglia di tutta una vita. «Il 28 maggio è stato un giorno che mi ha colpito tantissimo, che terrò sempre con me perché sarà difficile spiegare le sensazioni e le emozioni che ho provato. È finita la prima parte della mia vita, quella da calciatore, e ne inizia un’altra più importante da dirigente, sperando di ripetere quello che ho fatto sul campo verde. Il calcio è la mia passione, è tutto, è divertimento, è trovare amicizia, fare gol, divertirmi. Quell’ultima partita non l’avrei mai terminata». Il passato è ancora vivo, il presente bussa e il futuro è pieno di possibilità: «Ho sempre fatto sul serio. Ora sarà una cosa differente, ma l’affronterò con la stessa testa. Anzi, ancora di più, perché con la mia esperienza calcistica posso dare una grande mano, visto che conosco l’ambiente e la città. Quando cambi tipo di lavoro entri sempre in punta di piedi e io devo capire che cosa voglio fare da grande. In questo momento non voglio un ruolo preciso, voglio essere tutto e niente. Mi metto a disposizione a 360 gradi, dal settore giovanile fino al presidente. Non so quanto ci vorrà: sei mesi, un anno, due anni…».

Il Real Madrid ha «aspettato» Zidane per quattro anni, facendogli fare tante esperienze per scoprire poi di avere in casa l’allenatore delle ultime due Champions League. C’è un contratto di 6 anni a 600 mila euro netti a stagione, c’è un gruppo di lavoro già formato: «Ho parlato con Monchi. Ci siamo fatti una bellissima chiacchierata e avremo tutto il tempo e il modo per conoscerci meglio. Eusebio Di Francesco è un grandissimo uomo e sarà sicuramente uno dei valori aggiunti di questa squadra». Ma c’è anche un chiarimento: «Con il presidente Pallotta abbiamo discusso, soprattutto, dei piccoli passaggi di qualche anno fa. Ci siamo chiariti e siamo contenti del nostro incontro. Cercheremo insieme di portare il più in alto possibile questa squadra». Totti non ha dimenticato chi lo aveva definito «pigro» (Franco Baldini), ma adesso c’è solo il futuro. Suo e della Roma. Cioè la stessa cosa.

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