Franceschini: “Soprintendenze autonome”. Il vincolo sull’ippodromo è già operativo

Il Messaggero (L.Larcan) – La corsa per il vincolo salva Ippodromo di Tor di Valle è ormai partita. E sembra difficile da arrestare. Bloccarla si prospetta come un’azione ardita («senza precedenti»). Un possibile («e altamente probabile») scenario sarebbe invece quello di apportare modifiche al perimetro dell’area del vincolo. Il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini ieri, d’altronde, è stato chiaro: «Su vincoli e pareri le soprintendenze sono autonome e indipendenti e il ministro dei Beni culturali non ha alcuna possibilità di condizionarne le scelte. Se intervenissi per cercare di influenzare procedimenti in corso, violerei la legge, commettendo un atto illecito». Ma l’inquilino del Collegio Romano ha anche ribadito allo stesso tempo un passaggio chiave: «La decisione finale, per la parte di competenza statale, potrà essere portata alla decisione del Consiglio dei ministri». L’interesse artistico dell’opera progettata dallo spagnolo Julio Lafuente nel 1959 per le Olimpiadi della Capitale «resta indiscutibile, anche perché c’è una bibliografia sconfinata che supporta il pregio dell’opera, oltre ai pareri di tutti i comitati tecnici di settore dei beni culturali in seduta congiunta», ribadiva nell’intervista al Messaggero Margherita Eichberg, la Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio che ha firmato l’avvio del procedimento di dichiarazione di interesse culturale dell’opera. D’altronde, lo stesso segretario generale dei Beni culturali Antonia Pasqua Recchia, che aveva avuto la segnalazioni sull’operazione stadio, aveva chiesto alla Soprintendenza di verificare con particolare attenzione l’impatto delle torri sul paesaggio previste dal progetto. Che tutto possa essere rimesso in gioco per il principio di pubblica utilità dello stadio della Roma?

LO SCENARIO – Vediamo nel dettaglio lo scenario che si prospetta. La Soprintendenza guidata dalla Eichberg ha notificato la procedura di vincolo il 17 febbraio scorso e potrà concluderla formalmente entro i 120 giorni previsti dalla legge. Calendario alla mano, entro la metà di giugno. Ma per legge, l’avvio del procedimento significa anche che già da ora scattano le misure di salvaguardia per l’Ippodromo. Di fatto, l’opera è già tutelata. Sempre dal 17 febbraio decorrono gli 80 giorni utili per la società Eurnova per produrre le sue osservazioni al vincolo. In sostanza cosa può succedere? «Potrebbe essere ridefinito il perimetro dell’area del vincolo, così come può essere ridisegnata l’area di rispetto del manufatto», spiegano al Collegio Romano. In pratica, le osservazioni della società possono essere accolte, per rivedere con varianti l’estensione del vincolo. Significa che il progetto va rifatto, perché le tribune progettate da Lafuente non possono essere demolite.

LA COMMISSIONE – L’istruttoria, a questo punto, sarà sottoposta alla Commissione regionale per la Tutela, un organo composto dai soprintendenti locali e dal direttore del polo museale del Lazio, che si riunisce in seduta congiunta periodicamente (di fatto discute vari argomenti legati ai Beni culturali, dall’esportazione delle opere d’arte, alla materia dei vincoli, alla programmazione dei lavori pubblici). In questa sede sarà passata al setaccio la posta in gioco: tutte le ipotetiche osservazioni a fronte delle eventuali controdeduzioni. Dopodiché, formalmente, il testo del vincolo arriva sul tavolo del Direttore del Segretariato regionale del Lazio. L’interlocutore al momento è Daniela Porro, in attesa di cambiare ufficio per la nomina arrivatale dal ministro Franceschini a direttore del Museo Nazionale Romano. Da non sottovalutare che i tempi amministrativo del vincolo restano fondamentali anche per il parere definitivo sul progetto. Nel caso in cui al Consiglio dei ministri si decida per un verdetto come «parere favorevole con prescrizioni», si dovrebbe tenere in considerazione comunque l’iter del procedimento del vincolo. Non a caso, giocherà un ruolo chiave anche in funzione della prossima conferenza dei servizi sul progetto dello stadio della Roma nell’area di Tor di Valle, che è attesa per il 3 marzo. Da quanto si apprende, attualmente la conferenza «non esiste, è sospesa, e quindi non può deliberare nulla». Si stanno raccogliendo solo i pareri che arrivano (e pure quelli che non arrivano). Il prossimo 3 marzo risorgerà per verificare «quello di ufficiale che è stato prodotto a fronte di quello che ancora manca». E si deciderà secondo legge.

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