Fonseca-Roma, esame da Dea

Corriere dello Sport (R.Maida) – Il gonfiore delle vittorie può spesso generare un’illusoria sensazione di sazietà. È il motivo per cui Paulo Fonseca, alla vigilia dell’esame di Bergamo, guarda in cagnesco gli interlocutori che pronunciano la parola scudetto. L’ultima mezz’ora di Roma-Torino, durante la quale la squadra aveva staccato la spina con il preciso intento di gestire le energie, è stata una sorta di cartellino giallo: l’errore che non è ammesso dopo un paio di stagioni scolorite è sentirsi grandi.

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Anche perché la Roma, questa Roma, con le altre grandi non ha praticamente mai vinto. E contro l’Atalanta di Gasperini ha perso due volte su due. E’ l’unica avversaria che ha lastricato di delusioni il percorso italiano di Fonseca. Che spiega, prima di imbarcarsi per il Nord: “Non eravamo i più scarsi dopo la sconfitta di Napoli, non siamo i più bravi adesso. Il nostro obiettivo, come ho detto tante volte, è migliorare il risultato dello scorso anno. E quindi entrare in Champions League”. 

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