Firenze, un crollo quasi annunciato

L’umiliazione di Firenze ha riaperto il dibattito sulle percentuali di responsabilità tra società, allenatore e giocatori. Come scrive il Corriere dello Sport, è impossibile individuare un capro espiatorio ed è forse per questo che Monchi ha convinto un’altra volta Pallotta a non sacrificare Di Francesco. A livello societario, continuano a cambiare le cariche senza che all’interno venga percepita una reale chiarezza dei poteri e Monchi ha consegnato una rosa incompleta all’allenatore, pur spendendo quasi 265 milioni in due anni. Questo non esime il tecnico dalle sue responsabilità e certe scelte, come nei casi delle rimonte subite a Bergamo e Cagliari, rimangono incomprensibili. La sua colpa più grande però è probabilmente quella di aver tirato troppo spesso in ballo gli errori individuali e collettivi, come se volesse scaricare la colpa sui giocatori, anche se ovviamente non era la sua intenzione. I capi d’accusa più pesanti sono però da imputare a chi scende in campo. Chi già c’era non rende come un tempo ed è sull’orlo di una crisi di nervi e i nuovi, si veda Olsen, sono in tilt.

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