La Repubblica – La Fiorentina si ferma sui pali. Destro manda avanti la Roma

Roma in semifinale di Coppa Italia (l’aspetta l’Inter, tre volte in dieci giorni) con le trovate del suo tecnico, una rete di Mattia Destro e un bel po’ di fortuna, quella raccontata da una traversa e due pali colpiti dai viola, roba da far venire la gastrite a Montella, che oltre uscire dalla Coppa trova la terza sconfitta consecutiva di questo 2013. Zeman fa il creativo, e stupisce tutti. Ecco la Roma 3.0. Il tre sta per il numero dei centrali difensivi. Non si era mai visto. L’obiettivo del tecnico giallorosso è abbastanza dichiarato: congelare il gioco sulle fasce dei montellas, gruppo dedito allo spettacolo e ai gol, almeno fino a Natale.

Poi un mezzo black out. Di gol, soprattutto. Uno in due partite (5 le reti subite e punti 0). Insomma, la Roma è un accrocchio tattico curioso. E vincente. Gli esterni in realtà sono terzini pronti a chiudere tutto quello che possono, e spesso prende vita un 5-4-1 che sta a Zeman come Tabacci a Fidel Castro. In mezzo corrono De Rossi e Bradley, davanti Pjanic, Destro e Florenzi. Fuori uso Totti e Lamela, servivano invenzioni tattiche per mettere in confusione la Fiorentina. Montella, che allena portieri specialisti in papere d’autore di pregio, ne sogna uno forte e intanto punta ancora su Neto. L’ingegner Pizarro, ko, viene sostituito da Migliaccio, cacciatore di caviglie dal tocco heavy metal. Ma questa è comunque una Fiorentina meno brillante di quella che aveva stupito tutti. Il gioco è più lento. I tagli meno precisi, la manovra confusa, forse anche dalla mossa di Zeman, che tiene la squadra cortissima e con nove giocatori pronti a coprire tutti i buchi possibili per poi ripartire di slancio. Infatti è la Roma a fare più paura: un colpo di testa di De Rossi al lato di mezzo metro, una botta di Florenzi respinta da Neto con Rodriguez bravo e fortunato a ribattere la successiva conclusione di Pjanic. Poi ancora Destro piazza un diagonale cattivo che Neto guarda filare oltre il fondo. La Fiorentina appare nel finale con una punizione spettacolare di Aquilani. Traversa. Così il primo tempo. Vivo ma non certo esaltante. Il secondo invece inizia con la beatificazione del buon Neto che, dopo una clamorosa palla regalata da Tomovic a Destro, salva sul tiro di Florenzi, piombato in solitaria sul pallone a pochi passi dalla porta. La Fiorentina cerca un po’ di coraggio.

Mischie, mischioni e molto orgoglio. Ma Jovetic non è lucido e Toni è in versione soprammobile. C’è Borja Valero che si sbatte come un matto. Ma il suo lavoro non basta. A un soffio dai supplementari due botte di adrenalina: un palo di Borja Valero (il migliore) e una palla respinta a un metro dalla linea da Savic su un pallonetto di Destro. Ma niente da fare. C’è un’altra mezz’ora da giocare. E una Roma da inseguire, perché dopo sei minuti del primo tempo supplementare Destro la mette dentro da un metro dopo una giocata super di Pjanic con cross basso dal fondo. La reazione dei Montellas porta il terzo palo, firmato da Cuadrado. Finale nervoso. Espulsi Taddei, Cuadrado e Dodò (i due danno vita a una rissa prima di uscire dal campo). La Fiorentina ha voglia, ma poca fortuna. E comunque sul piano tattico Zeman è stato superiore. E anche per questo la semifinale se la prende lui.

La Repubblica – B. Ferrara

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