Il Tempo – Appuntamento con la storia

Viareggio ci manca, andiamoci a giocare questa coppa“. Le parole di un capitano, Federico Viviani, rimpatriato in Primavera e subito calato nella mentalità giusta. Vincere. A questo punto si può, perché ci sono solo novanta minuti – qualcosa in più in caso di supplementari e rigori – tra la Roma e la Coppa Carnevale (ore 15, diretta Rai Sport 1). C’è anche la Juventus, certo. Un’avversaria mica da ridere e con la stessa voglia di trionfare. “In questo torneo – parla il tecnico bianconero Baroni – conta solo arrivare alla fine e vincere“. Vero, ma non del tutto: la Viareggio Cup non è solo un cimelio da esporre, anzi, è soprattutto una vetrina grazie alla quale si possono ammirare le qualità dei giovani talenti. Finora di promesse ne sono state mantenute tante: Cassano, Chiellini, Pazzini, De Rossi, Pirlo, fino ai più giovani Balotelli ed El Shaarawy, sono passati tutti da qui. Nel 2010, anno dell’ultimo trionfo bianconero, nelle fila juventine c’erano Marrone, Ciro Immobile e un certo Giovinco. Quest’anno le piccole stelle che potrebbero brillare si chiamano Bouy, De Silvestro e Spinazzola, tutti in grado di fare la differenza a questi livelli. Proprio Spinazzola ha trascinato la Juventus in finale con un gol al 40’ del secondo tempo che ha lasciato il Parma senza la forza di reagire.

La Roma ha sudato di più contro la Fiorentina e comincia a sentire nelle gambe il peso delle tante partite ravvicinate, al ritmo di una ogni due giorni, e dei supplementari a cui è stata costretta dai viola in semifinale. De Rossi allontana questa ipotesi: “Sono ragazzi giovani, potrebbero fare dieci partite al giorno. Magari la stanchezza la sentiremo dopo, ma ora siamo prontissimi. Vogliamo vincere, adesso ci crediamo davvero“. Politano non è proprio d’accordo, ma tirerà il fiato: “Fisicamente come sto? Un po’ giù, ma mi riprenderò per la finale“. L’ultima della Roma contro la Juventus non fu una partita fortunata: “La ricordo bene: ci mancavano nove giocatori, di cui sei in difesa“. Difficile fare bene in quelle condizioni, ma questa volta i giallorossi sono al completo. Fatta eccezione per Ciciretti, ma questa è una scelta della società che ha prolungato la squalifica del giocatore per punire i tre cartellini rossi accumulati in questo torneo. Pagherà lui per tutti: Politano e Sabelli sono stati espulsi nel match contro il Santos Laguna, Ciciretti contro l’Atalanta ai quarti.

Ci sarà invece Viviani, sceso in Primavera per la semifinale e rimasto al servizio di De Rossi, che certamente non si priverà della guida morale della squadra. E della sua esperienza. Nego è uscito in barella sabato, ma oggi sarà regolarmente in campo perché, si sa, la finale è la finale. L’ematoma non gli vieterà di correre sulla fascia sinistra, assicurando la consueta spinta e magari anche un gol last minute, la sua specialità. La Juventus ritrova Padovan, che dovrebbe però partire dalla panchina, mentre non riescono a recuperare dall’infortunio Ruggiero e Carfora. Chisbah, centrocampista bianconero, suona la carica: “Daremo tutto per cercare di vincere la finale“. Spinazzola lo imita: “Ci giochiamo tutto nell’ultima partita, ci teniamo a portare a casa il trofeo“. Pigliacelli, autore della parata su Empereur che ha regalato alla Roma la vittoria finale sulla Fiorentina ai calci di rigore, conosce l’avversaria: “La Juventus è un’ottima squadra. Alcuni giocatori li conosco bene perché siamo compagni di Nazionale e ho un bellissimo rapporto con loro. Noi faremo la nostra gara, dando il massimo come al solito“. I giallorossi troveranno le maggiori motivazioni da chi siederà in tribuna: Sabatini e forse anche Baldini rappresenteranno la società allo Stadio dei Pini di Viareggio. Luis Enrique, Llorente e Bojan hanno usato Twitter per complimentarsi, Fenucci lo ha fatto a Sky: “Vogliamo sottolineare il traguardo della Primavera, siamo molto orgogliosi“.

La Juventus è avvisata: le ultime due volte che la Roma ha battuto la Fiorentina in semifinale, ha poi sorpassato in finale Inter e Napoli – rispettivamente nel 1983 e 1991 – e ha alzato la coppa. Ma anche i bianconeri hanno i numeri dalla loro: l’unica volta che Fiorentina, Parma, Roma e Juventus arrivarono in semifinale, fu Alex Del Piero a sollevare il trofeo. Statistiche a parte, la spunterà chi dimostrerà di avere più fame, qualità, carattere e spirito di squadra. La cabala questo pomeriggio conterà davvero poco.

Il Tempo – Erika Menghi

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