Fassone risponde a Pallotta: “Siamo sbalorditi per lo stile. Siamo pronti a un confronto sui bilanci del Milan e della Roma” – VIDEO

Marco Fassone, amministratore delegato del Milan, ha risposto tramite la pagina Facebook del club rossonero alle parole del presidente della Roma James Pallotta che aveva commentato duramente le mosse della nuova proprietà cinese. Queste la replica:

Sono rimasto sbalordito quando stamattina ho letto queste dichiarazioni. Primo per lo stile, è veramente inusuale, almeno in Italia, che un club attacchi in modo così diretto e con questa terminologia una consorella; secondo per le imprecisioni contenute in queste dichiarazioni. La mia reazione immediata è stata di sbalordimento. Sentir dire che la proprietà del Milan non ha i soldi per comprare il club, quando tutti sappiamo che qualunque operazione di questa entità viene fatta abitualmente con la leva finanziaria. Poi si parla di cifre totalmente sbagliate. La parte relativa al fondo Elliot è di 180 milioni, su un valore del club di 740 milioni, ormai tutti le sanno le cifre. Ci sono imprecisioni da una parte e dall’altra uno stile quantomeno discutibile“.

Io non so a cosa si riferisce quando parla di ‘pagheranno le conseguenze’, non so se è una minaccia o non è una minaccia, noi abbiamo emesso un bond pari a 50 milioni di euro che è totalmente destinato al finanziamento della campagna acquisti di questa estate, siamo al momento al di sotto del consumo di questo bond. Ci sono dei piani pluriennali che peraltro, oltre ad aver presentato ad un consiglio di amministrazione che è fatto di personaggi di qualità come Paolo Scaroni, Marco Patuano, come Roberto Cappelli, che dovrebbero essere per qualunque tifoso e qualunque italiano una garanzia, sono stati presentati anche alla UEFA nell’ambito di un voluntary agreement. Tutti lo conoscono, è pubblico e potrà vederlo tranquillamente anche il presidente Pallotta. Quindi sono minacce, se sono minacce, che francamente respingo al mittente“.

Io non so come lui possa pensare che gli stipendi del Milan un domani possano essere uguali ai ricavi. Tutto il nostro piano prevede che gli stipendi rimangano sulla soglia che è tra il 50 e il 60% dei ricavi della società. Quest’anno è così. Noi siamo partiti da una soglia molto bassa, perché nella precedente gestione di Berlusconi e Galliani gli stipendi erano al di sotto di una soglia ampiamente competitiva e poi, ritorno anche al discorso di prima dell’indebitamento. Il livello dell’indebitamento del club è di 120 milioni di euro. Rispetto al fatturato del club è straordinariamente migliore percentualmente di quello che ha la Roma, che ha la sfortuna di essere quotata in borsa e quindi un bilancio pubblico. Io non mi permetto di commentarlo, ma chiunque lo può andare a vedere e verificare il livello di indebitamento“.

Non mi preoccupa tanto che il presidente Pallotta non capisca come possa spendere il Milan, mi preoccupa di più quando fa l’accusa di ‘perdere la testa’. Noi manager cerchiamo di essere razionali e di essere freddi. Non siamo tifosi, ogni investimento che viene fatto da un club come il nostro è calcolato e basato sul fatto che si pensa di ripianarlo e ripagarlo con i ricavi aggiuntivi che questo investimento farà. Lo pregherei di tenere conto del fatto che i giocatori che abbiamo acquisito fino a questo momento sono giocatori che vanno nell’asset della società, che patrimonializzano il club e che danno un valore alla società. Quando si acquista una società – e il presidente lo fa bene perché lo fa di mestiere – si guardano gli asset che questa ha in pancia e nel nostro caso gli asset sono prevalentemente, se non unicamente i giocatori. Quelli che abbiamo acquisito sono giovani e di grande prospettiva e che noi pensiamo ci diano risultati sportivi nel breve e risultati economici nel medio periodo“.

Il Milan va avanti, certo mi ha dato una sveglia queste dichiarazioni del presidente. Rinnovo veramente a lui l’invito, quando lui vorrà, se vorrà, io sono qui in Italia e lavoro 20 ore al giorno per il Milan. Sono a sua disposizione per confrontarmi sui bilanci miei e di quelli della Roma. Nel modo più trasparente possibile. Se devo imparare qualcosa sono disponibile ad impararlo, ma le critiche fatte in questo modo un po’ di fastidio me lo danno“.

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