Faraone e tiranno

Corriere dello Sport (R. Maida) – Un attaccante ideale. La Roma ne ha tanti e sono tutti bravi. Ma Stephan El Shaarawy è «perfetto per il mio gioco» , come ha osservato Di Francesco alla fine di una partita che può cambiare tante cose: classifica, percezioni, prospettive. Della vittoria contro l’Udinese El Shaarawy è stato il principale protagonista non soltanto per il ruolo di doppiettista, che è sempre un bel vedere in una squadra. Ma anche per i movimenti: se avete tempo e voglia, andate a rivedere l’azione del terzo gol, in cui c’è tutto il repertorio di un esterno di qualità. 1) El Shaarawy si lancia a tutto gas su una palla vagante respinta dalla difesa della Roma; 2) vince un contrasto spalla a spalla con il difensore più impronunciabile del campionato, cioè l’olandese Nuytinck; 3) gioca bene il pallone sull’altra fascia, facendo muovere la difesa dell’Udinese e innescando Perotti; 4) nonostante il cross corto (con tanto di rabona) del compagno si attacca al terzino avversario, l’incauto danese Styger Larsen, e ne sfrutta l’errore per segnare.

CLASSE – Il primo gol invece era stato astuzia e istinto. Quando Dzeko si è allargato sulla sinistra, El Shaarawy ha capito dove andare: si è buttato nel mezzo, comprendendo che in quel momento i due attaccanti si erano scambiati i ruoli. Dzeko doveva fare il cross, El Shaarawy il gol. Di Francesco rules. A quel punto gli è bastato tenere dietro Behrami e anticipare Bizzarri con un tocco soave di esterno destro. «Ma io sono molto critico con me stesso – racconta El Sha negli spogliatoi – credo di poter fare ancora di più». Incontentabile.

LO SCAMBIO – Ha giocato un tempo a sinistra e uno a destra, in un’alternanza con Perotti decisa in partenza e concordata con l’allenatore. Lo scorso anno nessuno dei due voleva spostarsi nella fascia “sbagliata”, in questo inizio di stagione lo fanno entrambi con profitto: «Sia io che Diego dobbiamo metterci in testa di poter offrire un contributo importante anche a destra. Poi chiaro, ognuno ha le sue caratteristiche. Ma io mi sono trovato bene anche a destra». Dove ha fornito, tra l’altro, uno splendido assist a Defrel sul 3-0. E’ evidente la mano di Di Francesco anche su questo fronte: aspettando Schick, sulla fascia destra si sono dati il cambio Defrel, Ünder, Perotti ed El Shaarawy. Chissà che proprio l’adattamento di uno tra Perotti ed El Shaarawy non risolva definitivamente il problema dell’esterno destro.

CRESCITA – Dopo aver buttato via un mese di preparazione a causa di un mal di schiena che non lo lasciava dormire bene, El Shaarawy si candida per una stagione di vetrina che possa avvicinarlo al Mondiale: «Mi impegno tutti i giorni per questo, anche per questo, perché andare in Russia è un mio obiettivo. Credo che il lavoro paghi e io continuerò a dare il massimo per la Roma. Il resto verrà di conseguenza». Nonostante il turnover, che finora gli ha concesso solo due partite da titolare: «Ho sempre pensato di essere all’altezza di questa squadra. E come ogni calciatore spero di giocare sempre. Poi è l’allenatore che decide ma lasciatemi dire una cosa, su Di Francesco. Se sono migliorato in queste settimane devo molto a lui».

MIRINO – El Shaarawy non segnava dal 20 maggio. Anche allora, in casa del Chievo, aveva fatto una doppietta. Ma il suo ingresso attuale sulla scena del gol migliora di molto il potenziale offensivo della Roma. Prima del sabato spettacolare contro l’Udinese, tra i tanti uomini del tridente offensivo aveva segnato soltanto Dzeko. Ma non si diventa attaccanti ideali per caso. «Ho sentito le parole di Di Francesco – chiude -, mi hanno fatto piacere e mi danno tanta fiducia per il futuro. Non intendo mica fermarmi qui».

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