Falcao: “I quarti di Champions League per la Roma sono un palcoscenico importante. Contro il Liverpool ho giocato ma non ero in buone condizioni”

Paulo Roberto Falcao, ex giocatore della Roma, è stato intervistato dal sito as.com ed ha parlato anche della partita contro il Barcellona. Queste le sue parole:

Questa Roma ti ricorda la tua che hai reso grande?
Ho visto la Roma diverse volte quest’anno e raggiungere i quarti della Champions League è raggiungere un palcoscenico importante per la sua storia. Ma questa Roma è diversa. Le circostanze economiche sono cambiate. Le squadre ora sono costruite con più soldi. Mi piace dire che la Roma in cui ho giocato era genuina, con giocatori come Conti, Cerezo e attaccanti come Graziani e Pruzzo. Siamo stati campioni d’Italia e l’anno seguente abbiamo raggiunto quella finale di Champions League contro il Liverpool.

Che cosa è successo in quella finale, che ricordi hai?
Ci sono stati diversi problemi. Per cominciare, non so se la città era preparata per questo. Alla fine era un club che non aveva mai raggiunto una finale. Poi, ovviamente, il Liverpool. Era una squadra forte, con qualità e più esperienza di noi. E, infine, non stavo bene. Avevo avuto problemi al ginocchio prima della finale. Ho parlato con il tecnico (Nils Liedholm, ndr) e ho deciso di giocare con delle infiltrazioni. Ho giocato ma non era in buone condizioni.

Siete andati ai rigori. Stavi per tirari il quinto e non l’hai potuto fare?
Non sono mai stato un rigorista e avevo già avuto qualche brutta esperienza nelle categorie inferiori con l’Internacional. Anche se penso che non avrei potuto tirarlo per via del dolore al ginocchio. In ogni caso non l’avrei tirato.

A Barcellona sarai sempre ricordato per quella squadra del Brasile e per quella memorabile partita contro l’Italia dove avete perso a Sarriá…
Ricordo che Telé Santana ci ha detto prima della partita: “Esci e gioca come sempre, ma ricorda che vale la qualificazione”. Forse questo ci ha condizionato, non so cosa sarebbe potuto succedere. Alla fine della partita ricordo che lo spogliatoio era un “funerale”. Ma mi è rimasto un dettaglio che ricorderò per sempre. Quando abbiamo lasciato lo stadio con il pullman, qualcuno ha fatto un grande cartellone che abbiamo potuto leggere. Ero nel parcheggio del campo. Avevamo letto qualcosa come “Brasile: non sempre vince il migliore”. Pensavo fosse carino.

Era la sua Coppa del Mondo…
Sì. Il Brasile ha giocato, vinto e divertito. E mi hanno dato il pallone d’argento proprio dietro a Rossi e davanti a Rummenigge. E ho giocato solo cinque partite. Potevo giocarne sette.

E quella palla la calciava con entrambi i piedi. Quando l’hai imparato, da bambino?
Da bambino mi è sempre piaciuto passare la palla ai miei compagni di squadra, che poi segnavano. Poi ho avuto il gusto di tirare, soprattutto con il sinistro. Mi è piaciuto osservare come Rivelino o quel tedesco, Overath, quando calciavano.

Come vedi il Barça?
L’ultima partita che ho visto è stata in Champions, non riesco a ricordare bene il rivale. Sono rimasto sorpreso dal fatto che abbia giocato col 4-4-2. Come allenatore mi piace vedere la disposizione tattica delle squadre e al Barça questa non è normale. Ma è una squadra molto forte, ovviamente. È abituato ad essere in vetta per molti anni.

Coutinho può far dimenticare Neymar?
Sono giocatori diversi. Coutinho è molto più centrocampista, aiuta nella costruzione del gioco. Neymar gioca più alto.

Sei sorpreso dalle critiche al Barcellona alla firma di Paulinho per quei 40 milioni?
Non mi piace parlare di soldi, ma Paulinho in Brasile lo conosciamo tutti e sappiamo della sua capacità competitiva. Ho letto che c’erano dei dubbi a Barcellona quando è arrivato, ma presto ha cominciato a fare gol e i dubbi sono spariti. È molto esperto e sono contento che le aspettative su di lui siano migliorate.

In quale giocatore del Barcellona ti rivedi?
I paragoni tra giocatori e tempi diversi non mi sono mai piaciuti. Ero un giocatore che passava da una zona all’altra del campo. Per me il centrocampista, che penso sia favoloso e lo vedo da molti anni, è Iniesta. È uno dei migliori al mondo, però non è uguale a me.

Vedi Neymar al Real Madrid?
Beh, è difficile dirlo, non ho informazioni. Ma dove gioca, giocherà bene. È un giocatore forte e coraggioso, che va sempre avanti. E la sua qualità è ottima. Dove gioca è felice.

E il Brasile, sarà finalmente Campione del Mondo?
Non lo so. So che nella Commissione tecnica del Brasile ci sono dubbi su come si comporterà nei confronti delle squadre europee. In America ha fatto una grande qualificazione ma questo è altro.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti