Ex, tradimenti e flop di mercato: la sfida diventa infinita

romagnoli

Il Messaggero (M.Ferretti)Quarantacinque milioni di euro, bonus esclusi. Ecco quanto nella passata estate il Milan ha girato (o girerà in più rate) alla Roma per i cartellini di Andrea Bertolacci e Alessio Romagnoli. Venti per il centrocampista, gli altri per il centrale sponsorizzato a tutti i costi da Sinisa Mihajlovic. Una doppia operazione che ha consentito alla Roma di mettere a segno una notevolissima plusvalenza e che, di fatto, ha regalato una robusta boccata d’ossigeno al bilancio di Trigoria. I rapporti tra i due club, a giudicare dalle recenti mosse di mercato, oggi sono più che buoni al punto che la furibonda lite tra il presidente Franco Sensi e Adriano Galliani, maggio 2004, su Lega, diritti televisivi e dintorni, appare preistoria. Le cose via via sono cambiate, all’insegna del volemose bene. E, per questo, basta ricordare quanto accaduto alla fine del passato gennaio, quando Galliani, avuto l’ok da Walter Sabatini, si presentò addirittura al cancello di casa di Destro all’Eur per convincere Mattia a trasferirsi a Milanello. Una storia più o meno simile a quella andata in scena nell’estate del 2012 quando il solito Galliani ottenne in prestito dal ds romanista il cartellino di Bojan Krkic. Sia Destro che l’ex Barça, a dire il vero, non hanno lasciato alcuna traccia nella storia rossonera, rivelandosi autentici flop di mercato. Sfida ricca di storie e storielle, quella di stasera alla pendici di Monte Mario. Mihajlovic non ha convocato l’ex Cerci, che sembra in partenza e che, soprattutto, ha rotto con l’ambiente del Milan. Alessio, cresciuto a Trigoria, non ha mai nascosto di essere tifoso della Roma, di adorare Francesco Totti e di voler chiudere la carriera con la maglia giallorosa. Esattamente il contrario di quanto stabilito, nella primavera del 2011, dal francese Philippe Mexes, 183 partite con la Lupa sul petto, che non ci ha pensato un solo attimo, una volta svincolato, a legarsi a peso d’oro al Milan. Mettendo al volo nel cestino dei rifiuti i tanti (troppi…) proclami di fedeltà eterna alla Roma sbandierati nei sette anni trascorsi a Trigoria. E nella lista degli ex c’è anche Jeremy Menez, fermo da tempo immemore ai box. In tema di presunti ex, poi, vanno ricordati Luiz Adriano, vicinissimo alla Roma giusto un anno fa, e Carlos Bacca, accostatissimo al club giallorosso nella passata estate.

Fa un certo effetto verificare che nel Milan ci sono un sacco di vecchie conoscenze romaniste (lo stesso Mihajlovic è passato per Trigoria da calciatore all’inizio degli Anni Novanta), mentre nella squadra di Rudi Garcia non c’è neppure un ex milanista. Ma il calcio, si sa, è fatto anche di cose bizzarre, singolari, curiose. La Roma, ad esempio, ha vinto gli ultimi due scudetti con allenatori, Nils Liedholm e Fabio Capello, profondamente milanisti, ma qui nessuno nel maggio del 1983 o nel giugno del 2001 gliel’ha rinfacciato. Anzi magari ne arrivasse un terzo così dalla metropoli lombarda, si sostiene. Complicato non essere d’accordo, a pensarci bene.

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