Il Tempo – Fuori di testa

Due immagini malinconiche: De Rossi fa il centrale in difesa e si regge su una gamba sola, i tifosi romanisti al “Franchi” inneggiano all’ingresso di Totti ma Luis Enrique si guarda bene dall’ascoltarli. La Roma affonda, i suoi errori non possono sorreggerla. La sconfitta di Firenze, la settima su quindici partite ufficiali giocate, passerà agli annali come la disfatta totale dell’allenatore contro quel Delio Rossi sempre più bestia nera dei giallorossi e vecchio “fantasma” per lo spagnolo. Ma c’è chi ha fatto peggio di lui: Juan al 16’, distruggendo subito i buoni propositi dei giallorossi, Gago facendosi prima ammonire e poi cacciare, Bojan con una parata inspiegabile, senza senso, su un pallone che stava uscendo: tutti e tre, assieme al lungo elenco di infortunati, salteranno la Juventus, una partita che fa tremare solo a pensarci. Quella di ieri va dimenticata in fretta.

E la classifica è meglio non guardarla. Si può perdere, ma non chiudere una gara in otto uomini. La figuraccia di Firenze inchioda il gruppo e il suo condottiero alle loro gravi responsabilità. Luis Enrique ha sfidato tutti. E ha perso anche stavolta. Ha lasciato a casa Osvaldo e Borriello, mettendo due “bimbi” impauriti come Bojan e Lamela da soli in mezzo all’area, con Totti a infreddolirsi in panchina per novanta minuti. Ha rispolverato Cicinho, salvo poi sostituirlo per disperazione: il brasiliano aveva i crampi dopo neanche un’ora, a Delio Rossi non è parso vero e ha chiesto a Jovetic di affondare a piacimento da quella parte. Josè Angel schierato a centrocampo è solo l’ultima trovata tattica di un allenatore confuso e sempre più solo. Ieri la squadra lo ha lasciato solo al suo destino. La Roma ha controllato la partita per un quarto d’ora, fino a quando Juan si è fatto beffare da Jovetic e lo ha steso in area: rigore ed espulsione inevitabili, Jo-Jo ha fatto centro dal dischetto. Luis Enrique ha lasciato gli stessi dieci uomini in campo, con un 4-3-2 senza trequartista in cui De Rossi si è messo a fare il centrale in difesa e Pjanic è arretrato a centrocampo. La reazione è stata incoraggiante e inconsistente al tempo stesso.

Possesso palla, movimenti corali, tanti cross per la torre che non c’era, ma neanche uno straccio di tiro in porta contro una Fiorentina tutt’altro che convinta. Ma sono stati ancora i viola a segnare, sul “solito” calcio d’angolo che per la Roma equivale ormai a un rigore contro: Gamberini ha sovrastato Heinze e battuto ancora l’impotente Stekelenburg. Gila ha fallito il comodo gol del 3-0 appena prima dell’intervallo. Nella ripresa i giallorossi hanno perso pure la testa. Il primo e unico tiro in porta è arrivato con Lamela al 9’, la mossa del tecnico spagnolo è stata Josè Angel a centrocampo (mah…) al posto di Perrotta, poi Gago ha preso un “giallo” inutile che, da solo, gli sarebbe costato comunque la Juventus. Luis Enrique si è tutelato richiamando in panchina l’altro diffidato Pjanic (dentro Simplicio) ma lo stesso Gago poco dopo ha steso Jovetic e si è preso la meritata seconda ammonizione. Greco ha sostituito Cicinho, Taddei si è spostato a destra. Dettagli di una partita finita da un pezzo. Da comiche l’espulsione di Bojan: ha respinto sulle mani un tiro di Nastasic che non sarebbe entrato, mentre Heinze aveva appena dato una gomitata a Gamberini. Silva su rigore ha fatto il tris, la prova televisiva può dare l’ennessima mazzata alla Roma. Ma sarebbe come sparare sulla Croce Rossa.

Il Tempo – Alessandro Austini

 

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti