Gli arbitri sbagliano anche senza pubblico. Le urla nel silenzio dell’acquario pallonaro

La Verità (G.Gandola) – Aveva la mascherina sugli occhi“, la buttano sul ridere all’Inter dopo l’errore di Gagliardini nel deserto di San Siro contro il Sassuolo. La mascherina ce l’aveva pure il guardalinee della Orsato band, pronto a chiamare fuorigioco inesistenti e a battezzare falli laterali a caso. Cambia l’etica ma non il giudizio. Il calcio senza spettatori conferma la più banale e nichilista delle teorie: i tifosi non giocano. Il silenzio in realtà non esiste, la gerarchia è subito individuata tra centrali che allineano le difese, capitani che riprendono chi è fuori ruolo, leader e allenatori. Ci sono tre tipologie di tecnici: i filosofi masticatori alla Maurizio Sarri, i contemplativi alla De Zerbi e i baritoni teatrali come Inzaghi e Gattuso, in fila dietro a Conte, violentatore principe di corde vocali. Il silenzio enfatizza le parole, secche, pungenti, frustrate. Come quelle che deve aver sentito l’arbitro Massa, costate tre giornate a Skriniar, conseguenza acustica della mancanza di pubblico. Un noto fustigatore di santi come Buffon l’ha sempre fatta franca, protetto dal tifo, ma di questi tempi non si scherza.

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