Emozione Di Francesco: «Ci ho creduto dall’inizio»

Il Messaggero (S.Carina) – Al fischio finale è entrato in campo, inchinandosi quanto basta per baciare il manto erboso. Di Francesco ha scaricato così la tensione accumulata per 90 minuti. Il gol che non arriva, il colpo di testa di Perotti, il vantaggio dell’Atletico Madrid, il pareggio del Chelsea, l’occasione capitata a Michel e quel pallone che Alisson si ritrova tra le braccia quasi per caso. Il film della partita gli scorre davanti agli occhi, cancellato dall’urlo dell’Olimpico che attende gli ultimi secondi della gara di Londra per festeggiare il primo posto nel girone. Al battesimo con la Champions, Eusebio fa subito centro, ottenendo il pass per gli ottavi: «Abbiamo vinto soffrendo e questo è un segno di maturità – esordisce – Nel primo tempo non creavamo mai situazioni di vantaggio senza palla e abbiamo fatto fatica. Eravamo bloccati, abbiamo creato occasioni solo da calci piazzati. Meglio nella ripresa. Nel finale poi c’è venuto un po’ il braccino corto ma ci può stare, ci deve servire da lezione. Le mie squadre devono sempre cercare il secondo gol, non mi piace il possesso palla fine a se stesso. È una grande vittoria, del gruppo più che dei singoli». Ci sarebbe spazio per festeggiare, per esaltarsi. E invece Eusebio rilancia: «Non dobbiamo accontentarci. È stata la nostra forza e ora dobbiamo continuare così e pensare già agli ottavi. Spesso qui ci si accontenta. E invece dobbiamo essere ambiziosi. Siamo arrivati primi con l’Atletico Madrid e il Chelsea nel girone. Dobbiamo vivere questo momento con entusiasmo ma ribadisco, non accontentiamoci».

SENZA PAURA – È un martello. Non si schioda da questa posizione. E appena può torna sul concetto. Una, due, tre volte: «Se siamo arrivati agli ottavi non dobbiamo aver paura di affrontare altre squadre, anche le grandi squadre. Già esserci è bello e dobbiamo andare avanti con grande entusiasmo e ambizione. Sicuramente stiamo facendo bene, ma mi aspetto sempre meglio. In certe situazioni ci accontentiamo, dobbiamo giocare per fare ancora gol, non solo per divertire la gente. Mi preoccupo di lavorare sulla nostra testa, bisogna avere sempre la stessa mentalità. Nel finale ad esempio avrei gradito qualche attacco in più della profondità». Primi nel girone, i pericoli nell’urna si chiamano Bayern e Real Madrid. Quando glielo fanno presente, Eusebio ritrova il sorriso: «Non mettiamo il carro davanti ai buoi, vediamo quello che succederà. Se sono arrivate seconde saranno magari in difficoltà… Scherzi a parte: non posso dire che una valga l’altra, ma non dobbiamo avere paura. Serve la capacità e la forza di affrontare con questa mentalità le altre squadre. Il fatto di essere arrivati primi è bellissimo anche perché inizialmente nessuno ci dava per favoriti, anzi. Noi ci abbiamo creduto, i ragazzi soprattutto ci hanno messo grande determinazione sin dalla prima gara contro l’Atletico».

ECCO RADJA – Parola a Nainggolan, apparso leggermente sottotono rispetto al solito ma pur sempre pericoloso con un paio di conclusioni che hanno trovato pronto il portiere azero: «Una partita sofferta ma abbiamo meritato. Per nessuno al momento del sorteggio dovevamo passare e invece siamo arrivati primi, una bella soddisfazione. Il Qarabag non ci ha regalato nulla. L’importante è esserci qualificati, ora vedremo come sarà il sorteggio».

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