El Shaarawy: «Questa è la risposta della Roma dopo il derby»

La Gazzetta dello Sport (M.Cecchini-D.Stoppini) – San Siro avrebbe voluto applaudire Francesco Totti, si è consolata – si fa per dire – con l’ex. Stephan El Shaarawy ha preso gli applausi e non s’è mica accontentato. Sponda di Dzeko, controllo e tiro a destro a girare sul palo lungo. La specialità, il piatto che ti aspetti al solito ristorante, la giocata che al Faraone riesce meglio, più di ogni altra. È sempre stato il suo limite, però ieri è stata la forza in più di una Roma che era riuscita a complicarsi una partita che, fin lì, non era stata una partita. «Abbiamo fatto la prestazione che dovevamo fare, soprattutto sotto l’aspetto dell’atteggiamento – dice El Shaarawy –. Dopo la partita con la Lazio serviva una risposta e l’abbiamo avuta. Abbiamo fatto una buona gara sotto tutti i punti di vista. L’abbiamo preparata bene. Ora ci aspetta la Juve, partita fondamentale». I bianconeri vorranno festeggiare lo scudetto, la Roma ha l’obbligo di non distrarsi: «Dovremo fare un match perfetto, sia in difesa sia in fase offensiva. Con me in campo? Quando non gioco è normale esser dispiaciuto. Ma sono soddisfatto per la mia stagione, credo di aver fatto sempre bene».

ORA LA JUVE – Ancora El Shaarawy, partito in panchina a vantaggio di Perotti: «Se arriveremo secondi avremo fatto il massimo e sarebbe il risultato più giusto. La Juve è stata più brava in tutto, da 5 anni domina, gliene va dato merito. Abbiamo mancato in partite fondamentali in Europa League e in Coppa Italia, ma in campionato abbiamo fatto bene. Arrivare alla terzultima a giocarsela con la Juve è un buon risultato. Sono felice per la vittoria con il Milan. Dovevamo fare una grande partita, la Roma l’ha fatta. L’abbraccio con Donnarumma? Ha fatto una parata strepitosa su Perotti, sta facendo vedere che è un campione. Ma ora dobbiamo dimostrare con la Juve che non le siamo troppo lontani. Serve una grande partita, ma dare una risposta così dopo il derby non era facile, soprattutto a Roma dove il derby è sentito».

DE ROSSI – Chiude De Rossi, sulla storia dei manichini: «Non è stato bello vederlo, ma mai mi sono sentito minacciato. Vivo a Roma, ma non ho mai avuto paura, mi hanno sempre accolto tutti bene, romanisti e laziali. Avessi avuto la sensazione di pericolo, per me o per la mia famiglia, avrei fatto le valigie e sarei andato via».

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