Ecco tutte le rovine accumulate dal «marziano in bicicletta»

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Il Tempo (Bisbiglia) – Trattative interrotte, cambi di programma, problemi irrisolti e promesse vane. Ignazio Marino e la sua Giunta abbandonano, lasciando Roma nel caos. Macerie in parte erano già presenti all’arrivo del chirurgo Dem, ma che il marziano in bici ha contribuito ad accumulare nel maldestro tentativo di rimuoverle. Così, oggi, troviamo emergenze rimaste lì in sospeso, mentre la politica si arrovella sulla pelle dei cittadini.

Partiamo dai trasporti. Oggi Atac è senza cda e senza un assessore di riferimento. Una situazione surreale degna dell’anarchia bakuniana, dove conducenti di metropolitane a pezzi, autisti di bus che si incendiano e impiegati in mobilità sono di fatto costretti ad autogestirsi. Chi farà le manutenzioni? Chi comprerà i 150 nuovi bus? I 178 milioni spesi dai romani per ricapitalizzare l’azienda sono da considerarsi perduti? Certo, Marino ha avuto il pregio di aprire un buon tratto di Metro C. Il problema è che non ha mai davvero messo mano al rapporto con il Consorzio che costruisce l’opera: a San Giovanni il cantiere è fermo per sciopero, i sindacati non sanno a chi rivolgersi e la terza linea della metro rischia di fermarsi a Lodi. Saranno invece soddisfatti i gestori dei bus turistici, che potranno imperversare in centro storico anche durante il Giubileo. E proprio per l’Anno Santo una mano è venuta ieri sera dal governo che ha sbloccato ulteriori 30 milioni per realizzare le opere necessarie ad accogliere i pellegrini.

Passiamo ai rifiuti. Marino ha chiuso Malagrotta, ma non ha mai trovato una valida alternativa: oggi Ama conferisce il 97% del differenziato e il 62% dell’indifferenziato in impianti privati, fra cui alcuni di proprietà del Colari (quindi di Cerroni). Il nuovo contratto di servizio prevede la realizzazione di eco distretti (chi li farà?) e l’esternalizzazione di buona parte dei servizi. Il 19 ottobre i sindacati sciopereranno: contro chi? Non si sa. E cosa dire dei 24mila dipendenti capitolini? Il goffo tentativo di rivoluzionarne il salario accessorio ha portato nel 2014 la Giunta a varare un atto unilaterale, che taglia in media 150 euro dalle buste paga. «Tanto si farà un nuovo accordo», diceva l’ex vicesindaco Luigi Nieri. Poi Nieri si è dimesso, il suo successore Causi se n’è dimenticato e oggi impiegati, vigili urbani e maestre si trovano la busta paga tagliata. Capitolo Stadio della Roma: l’operazione, sponsorizzata da Marino (con tanto di viaggio a Boston per incontrare il patron del club di Trigoria) è già in Regione, e l’assessore Caudo ha scongiurato interruzioni dell’iter. Il problema sono le «riserve» presentate dal Campidoglio: chi verrà dopo Marino (commissario o nuovo sindaco) vorrà ancora spingere il progetto come ha fatto il chirurgo Dem? Stessa cosa per la candidatura alle Olimpiadi 2024: chi s’interfaccerà con il Coni? Chi deciderà se fare il villaggio olimpico a Tor Vergata piuttosto che al Foro Italico? E sulla vendita delle partecipate, cosa accadrà? Ma non è tutto. Sono già finiti i soldi per i servizi sociali nei municipi e i campi rom sono rimasti la vergogna che erano due anni fa. Infine, l’abusivismo commerciale resterà problema inaffrontato, come accade da anni. Insomma: i sindaci passano, Roma resta.

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