E i brasiliani del Barça hanno smesso di ridere

Corriere dello Sport (R.Maida) – Da portiere non può che lanciare un guanto, quando sfida un grande avversario. Alisson Becker è già pronto al confronto più duro, contro Messi e Suarez, e contro il collega Ter Stegen che lo supera di poco nella classifica europea stagionale delle partite senza gol al passivo. «Sappiamo che il Barcellona è favorito ma credo che ci rispetti, come noi rispettiamo loro – ha detto dal ritiro della Nazionale brasiliana -, mi aspetto un bel confronto. Ne abbiamo parlato, scherzandoci, con i miei amici qui, da Paulinho a Coutinho». Il secondo però non potrà giocare in Champions League avendo già testato l’esperienza con il Liverpool in questa stagione. «Comunque non partiremo battuti» promette Alisson, che spera di migliorare il suo incredibile score: in questa edizione del torneo non ha ancora concesso un gol all’Olimpico. Se riuscisse a ripetersi contro il Barcellona, la Roma sarebbe un bel pezzo avanti.

ORGOGLIO – Responsabilizzato dal ct Tite, che per una volta gli ha consegnato la fascia di capitano come messaggio di fiducia incondizionata, stimolato dall’idolo Taffarel che lo allenava all’Internacional e poi se l’è ritrovato nella Seleçao, Alisson sogna uno sprint da favola da qui all’estate. Dopo aver battuto la Germania a Berlino, ricordando il tremendo “Mineirazo” del 2014, anche lui ora è convinto di poter arrivare sul tetto del mondo come altri due connazionali romanisti sono riusciti a fare in passato: Aldair nel 1994 e Cafu per due volte, una sempre nel 1994 negli Usa e una nel 2002 in Giappone. «Abbiamo vinto una partita che sotto il profilo psicologico per noi era difficile, visti tutti i significati che si portava dietro. Però ci è servita per capire cosa ci troveremo davanti in Russia. Abbiamo lasciato poco spazio ai tedeschi, battendoli tatticamente. Non si può dire che abbiamo completamente cancellato la sconfitta di quattro anni fa, perché quello era un Mondiale, però un po’ ci siamo riscattati da un’umiliazione che aveva colpito tutti i brasiliani. Qualche compagno aveva fatto parte di quella partita e alla vigilia, in ritiro, avvertivo un sentimento strano, quasi negativo: questa vittoria è una grande botta di autostima». Naturalmente Alisson spera in un rapido recupero di Neymar, a cui il Brasile affida buona parte delle sue ambizioni. «Vorremmo sempre averlo in squadra, per noi è un calciatore insostituibile».

FUTURO – Sul dopo Mondiale, Alisson si è già espresso restando volutamente vago. Non perché aspetti le lusinghe del Real Madrid per battere cassa ma perché preferisce concentrarsi sul presente. Pallotta ieri è stato chiaro, dopo avergli già manifestato stima in privato: la Roma non intende venderlo. E così sarà, salvo rilanci inarrestabili. Tipo Neymar, proprio.

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