Dzeko ricomincia dalla Juventus. Spalletti: «Pronto per sbloccarsi»

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Il Corriere della Sera (G.Piacentini) – Centoquarantasette giorni e 18 gare di campionato, cioè un girone intero. Tanto è passato dal 30 agosto e dal primo gol con la maglia della Roma di Edin Dzeko. Scelse un’avversaria speciale, il bosniaco: la Juventus che dopo due partite sembrava già fuori dai giochi per lo scudetto e che, invece, oggi guarda la Roma dall’alto verso il basso. Segnò un gol «alla Dzeko», sovrastando Chiellini e schiacciando di testa, sotto la Sud che ancora c’era e che gli tributò un abbraccio ancora più caldo rispetto a quello dei mille che ad agosto erano andati a prenderlo a Fiumicino. Ora Dzeko è un attaccante in crisi, diventato oggetto misterioso per una piazza che, impietosa, ha cominciato a trattarlo con quella sufficienza che non si addice ai campioni: in campionato non ha più segnato su azione ma solo su rigore, nel derby e contro il Bologna, ma soprattutto non è riuscito ad entrare in sintonia con una squadra che non ha mai giocato per lui, almeno fino all’arrivo di Luciano Spalletti.

Una delle prime dichiarazioni del tecnico toscano, appena messo piede a Trigoria, è stato un incoraggiamento: «Se avessi potuto scegliere un centravanti avrei preso Dzeko. Con lui abbiamo l’attaccante che mancava nella mia prima esperienza romanista». La prima uscita con il nuovo tecnico non è andata bene: più occasioni ma nessun gol, con la forte sensazione di attraversare la fase che, nel corso della carriera, capita a quasi tutti gli attaccanti: quella in cui non si riesce a segnare nemmeno a porta vuota. La buona notizia, per il bosniaco, è che Spalletti ha in mente una squadra che, finalmente, dovrà giocare per metterlo nella condizione di essere decisivo.«Non si deve far fatica – le parole del tecnico in conferenza stampa – con un numero 9 in campo. Edin ha le qualità per esserlo, basta aspettare il momento in cui si sbloccherà. La tranquillità può dargliela solo il risultato: bisogna che faccia gol e che senta fiducia, anche se a Roma è difficile farlo a un calciatore che non dà risultati. Noi vogliamo andare subito all’obiettivo, ma in questo caso bisogna avere un po’ di pazienza. Edin è un gran calciatore, non gli trovo punti deboli e qualsiasi allenatore lo vorrebbe, perché ci puoi far tutto: è tecnico, abbastanza veloce per la sua mole, prende palla di testa. Bisogna solo aspettarlo un attimo e arriverà ». Lui, almeno a parole, non si è abbattuto. «Ho vissuto la guerra, non posso essere dispiaciuto se non segno. Farò gol la prossima volta», disse in un’intervista alla Gazzetta dello Sport. E poi aggiunse: «Per lo scudetto sarei disposto a rinunciare ai miei gol, a rimanere a secco fino alla fine della stagione». Sfumato l’obiettivo, è il caso di ricominciare a segnare.

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