Dzeko può servire o no? La Roma si interroga

Roma - Inter dzeko

La Gazzetta dello Sport (A.Pugliese) – «Se mi avessero chiesto quale centravanti avessi voluto oltre a quelli in rosa, avrei detto proprio Dzeko». Era il 16 gennaio scorso, più di due mesi fa. Ma era soprattutto la prima conferenza stampa dello Spalletti 2.0, quella che ballava a metà tra la presentazione ufficiale del nuovo allenatore giallorosso e la sua prima partita di questo suo ritorno nella Capitale, Roma-Verona. Parole che a ripensarci ora quantomeno fanno pensare e che invece allora sembravano aprire scenari infiniti al centravanti bosniaco. Da allora, invece, Dzeko ha giocato titolare in 7 delle 13 partite di Spalletti (Champions compresa), saltandone una per infortunio (quella a Reggio Emilia, contro il Sassuolo) e subentrando nelle altre 5.

L’ASSETTO – Il vero problema, però, è che ad eccezione della sfida alla Juventus, arrivata dopo appena dieci giorni di lavoro con Spalletti, le partite decisive giunte subito dopo, Dzeko le ha iniziate tutte fuori. La gara d’andata con il Real Madrid e gli spareggi-Champions contro Fiorentina e Inter. Ha giocato, invece nel ritorno contro gli spagnoli, ma lì la Roma doveva rischiare il tutto per tutto e si è giocata subito ogni cartuccia a sua disposizione dal punto di vista offensivo. Insomma, dopo oltre due mesi di Spalletti l’impressione è che il tecnico toscano non muoia davvero per il centravanti bosniaco, preferendogli molto più volentieri l’asseto con l’attacco veloce, quello formato da Salah, Perotti ed El Shaarawy, con l’argentino chiamato a giocare da falso nove.

LA SITUAZIONE – Certo, Dzeko ci ha messo del uso, questo è sotto gli occhi di tutti. Molle, poco convinto, spesso lento nell’esecuzione e nello smistamento della palla quando va a giocare di sponda, incapace di segnare gol che sembravano facili anche per un bambino bendato. Ovviamente, il vero Dzeko non può essere questo, numeri e passato alla mano. E finora il bosniaco si è distinto soprattutto per sacrificio e per i movimenti con cui apre gli spazi ai compagni di squadra. Ma è anche vero che con l’Inter, ad esempio, la Roma ha trovato maggiore pericolosità proprio dopo il suo inserimento, anche se forse ha influito la necessità di recuperare il risultato. Con un riferimento offensivo, però, la Roma sembra poter trovare maggiori soluzioni, ampliando la gamma delle scelte. Il pro­blema vero, alla fine, è capire se quel riferimento può essere Dzeko (o no) anche per il pros­simo futuro giallorosso.

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